Si racconta in piazza la storia delle campane

Domani e domenica la mostra fotografica: il concerto di bronzi della basilica fu il primo in Italia

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Data pubblicazione: 

21/03/2008
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Una rara immagine del ’54: il ritorno delle campane delle chiese sussidiarie
Il Gruppo campanari di Gandino
Il Gruppo campanari Gandino, in occasione della Pasqua, organizza una mostra fotografica che verrà allestita domani e domenica sotto i portici del municipio, in piazza Vittorio Veneto.
«Amare il proprio paese – spiega il presidente Celestino Caccia – vuol dire conoscerne la storia, ricercare le origini, le particolarità che lo contraddistinguono e riportarle alla luce con cura e passione. Questo è quello che muove anche il Gruppo campanari, che ha svolto un faticoso lavoro di ricerca sulla storia delle campane gandinesi».
La concertazione delle campane della basilica di Santa Maria Assunta compie nel 2008 il 220° anniversario della sua consacrazione per mano del vescovo Paolo Dolfin, il 22 aprile 1788. Si tratta, secondo le notizie ritrovate, della prima concertazione italiana di dieci campane che è stata installata.
I dieci bronzi in scala diatonica in si maggiore furono creati da Giacomo II Crespi, ditta che fondeva campane a Crema già dal 1498.
«Il concerto fu salvato dalle varie requisizioni, non ultima quella del governo fascista cui si oppose con particolare zelo l'allora prevosto monsignor Giovani Maconi, che fece in modo che fossero requisiti solo i bronzi delle chiese sussidiarie, poi ricollocati nel 1954».
Il campanile della basilica è alto 73 metri (come le due torri di Notre Dame di Parigi) e fu completato nel 1677. Si accede alla sommità attraverso un'antica scala in legno. Alcuni anni fa, all'interno della sfera dorata posta alla sommità della cuspide, durante alcuni lavori di manutenzione furono ritrovati documenti e monete dell'epoca di costruzione, insieme alle chiavi che con tutta probabilità servivano allora per l'apertura dell'ingresso della basilica.
Questi reperti sono ora conservati nel vicino museo, dove si può ammirare anche la campana più antica della parrocchia, che è stata fusa nel 1593, per decenni utilizzata nella chiesetta dell'oratorio.
Il Gruppo campanari è composto da 30 iscritti e negli ultimi anni ha promosso alcune iniziative specifiche riguardo l'arte campanaria.
Il presidente del gruppo è Celestino Caccia, Fabio Rinaldi è vicepresidente, Santo Franchina segretario e Cristian Savoldelli, Emanuele Bertocchi e Antonio Rudelli sono consiglieri.
L'obiettivo principale della mostra fotografica è quello di dare a tutti (anche a chi non può raggiungere la cima dei campanili) la possibilità di vedere da vicino i particolari delle campane e della tastiera originale del 1700, utilizzata per il suono di allegrezza.
Il programma della mostra prevede l'apertura dalle 9,30 alle 19,30 di domani. Nel corso della giornata (tra le 10 e le 12 e tra le 16 e le 18) si effettueranno visite guidate a piccoli gruppi alla torre campanaria della basilica. Domenica la mostra sarà aperta alle 9. Alle 9,30 verrà eseguito il suono manuale a distesa. Alle 12 concerto d'allegrezza (alla tastiera Fabio Rinaldi) con le campane della basilica. Alle 15 suono manuale a distesa per i Vespri pomeridiani e chiusura mostra alle 19.
Oggi e domani, poi, come ogni Venerdì e Sabato Santo, si può ascoltare il consueto richiamo con la battola, o «tola», tavola in legno con battenti utilizzata per le funzioni religiose in assenza delle campane. «La "tola" – spiega il presidente Caccia, che insieme a Emanuele Bertocchi è da diversi anni incaricato di suonarla – è uno strumento antichissimo, tanto che l'Atto di emancipazione di Gandino dal feudatorio Ficeni, siglato nel 1233, riporta proprio che la convocazione del popolo per la firma avvenne "ad campanam sonatam et ad tolam batutam"».

Autore: 

Giambattista Gherardi

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