Addio al «maestro» dei preti di Bergamo

È morto monsignor Carnazzi. Martedì i funerali Fu vicerettore in Seminario e parroco della Cattedrale

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Data pubblicazione: 

20/01/2008
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1957
Monsignor Giovanni Carnazzi, alla finestra della casa in piazzetta San Salvatore, in cui risiedeva. È stato parroco della Cattedrale dal 1977 al 1997. Originario di Gandino è sempre rimasto legato alla comunità della Valle Seriana.
Il dono di nove testi sacri antichi al museo della Basilica
Un padre spirituale negli anni di preparazione al sacerdozio. Per moltissimi preti bergamaschi monsignor Giovanni Carnazzi resterà per sempre un buon maestro. Così lo hanno ricordato a poche ore dalla scomparsa, avvenuta ieri mattina intorno alle 12, all'età di 86 anni. Per 18 anni è stato vicerettore di Teologia al Seminario vescovile di Bergamo: dal 1949 al 1967. Tra i suoi allievi anche il vescovo di Bergamo, Roberto Amadei. Monsignor Carnazzi era presente alla sua ordinazione sacerdotale nel 1957, come a quella di molti preti della diocesi.
Ormai da tempo accusava problemi alle gambe e alle ossa e negli ultimi tre mesi anche il cuore accusava i colpi degli anni che passavano. «Ma anche a Natale – ricorda monsignor Giuseppe Sala, parroco della Cattedrale – ha celebrato due Messe. Quindici giorni fa il vescovo gli aveva dato l'unzione degli infermi e ogni giorno riceveva l'Eucaristia da un grande amico, monsignor Cornelio Locatelli». Da ieri pomeriggio la salma è esposta nella chiesetta di San Pancrazio, che aveva fatto restaurare. Resterà qui per una preghiera aperta ai fedeli fino a martedì mattina alle 10 quando, nella chiesa del Carmine verrà concelebrato il funerale dal vescovo Amadei e dall'ausiliare Lino Belotti insieme a numerosi sacerdoti che lo conoscevano.
Proprio in Città Alta monsignor Giovanni Carnazzi era ormai di casa da tempo, da quando fu nominato nel 1977 parroco della Cattedrale, incarico che ricoprì per 20 anni. Nominato canonico del Capitolo della Cattedrale nel 1976, dal 1999 divenne canonico emerito e risiedeva in piazzetta San Salvatore, nella casa che fu dell'arcivescovo Clemente Gaddi.
«Un prete integro nel senso completo della parola, tradizionale ma non chiuso, aperto alle esigenze che la vita nella sua evoluzione comporta. Aveva un cuore grande e la trasparenza era alla base della sua vita sacerdotale», ricorda monsignor Antonio Pesenti, addetto all'archivio della Curia vescovile. «Aveva un amore grande per la Cattedrale – spiega don Gilberto Sessantini, che fu il suo ultimo curato in Cattedrale dal 1992 – per la Chiesa di Bergamo e per la Chiesa in generale. Desiderava partecipare attivamente agli eventi della diocesi e sentiva una profonda paternità nei confronti dei sacerdoti».
Il cuore di monsignor Carnazzi era però molto legato anche alla comunità parrocchiale di Martinengo, dove fu parroco dal 1967 al 1977. Proprio nel cimitero di Martinengo riposerà per sempre come aveva chiesto ai familiari. La salma giungerà nella Bassa martedì intorno alle 14,30. Intanto anche la comunità gandinese, di cui era originario, si è stretta intorno ai nipoti del sacerdote: Luigi, Gianni e Ada Carnazzi, figli del fratello Antonio. «Per me è sempre stato innanzitutto una guida spirituale – racconta Luigi Carnazzi –: anche domenica scorsa ero andato a trovarlo per parlargli di me. Era il mio punto di riferimento, come un padre, dopo che il mio era scomparso 22 anni fa. Era il nostro orgoglio e sempre a lui mi sono rivolto con il "voi" in segno del profondo rispetto che gli portavo. Ci raccontava che persino monsignor Amadei gli si rivolgeva dandole del "lei", e che lui si permetteva un "tu" per gli anni in cui gli era stato maestro pur nel segno dell'obbedienza che si porta a un vescovo». Monsignor Carnazzi a Gandino aveva donato di recente proprio nove testi sacri antichi per il museo della Basilica e aveva ritirato il riconoscimento di «Giusto per le nazioni» conferito dallo Stato di Israele a quelle famiglie che tanto fecero per proteggere gli ebrei dalla persecuzione nazista.
Classe 1921, monsignor Carnazzi era stato ordinato sacerdote il 26 maggio 1945 e per due anni era stato curato a Nembro. Da allora la sua formazione continua era andata di pari passo con quella delle generazioni di sacerdoti bergamaschi che lo hanno incontrato tra i banchi del Seminario. Aveva partecipato anche al recente Sinodo diocesano con una serie di note e di riflessioni molto apprezzate.

Autore: 

Elena Catalfamo

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