Addio Nodari, anima dei reduci

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31/12/2007
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Ha seguito la sua «Ninì» dopo appena quindici giorni. È morto sabato sera a Gandino Giovanni Nodari, 88 anni, rappresentante locale dell'Associazione combattenti e reduci.
Appena due settimane fa, il 14 dicembre, era infatti morta la moglie Giovanna Savoldelli (per tutti Ninì), colpita da un malore improvviso mentre si trovavano insieme nella loro casa di Gandino. Una coppia molto affiatata, che lo scorso 16 settembre aveva festeggiato i 60 anni di matrimonio.
Giovanna Savoldelli era nata nel 1920, un anno dopo Giovanni che aveva frequentato la Scuola di agraria al Patronato San Vincenzo e ancor giovane era stato richiamato alle armi sul Fronte Orientale. Un periodo che definiva semplicemente «bruttissimo», ricordando in particolare la dura prigionia in Germania che molto lo aveva provato.
Ritornato in Italia nel 1945, aveva sposato Ninì due anni dopo e lavorato come impiegato in un'azienda tessile locale.
Iscritto all'Associazione del fante, aveva sempre portato avanti il proprio impegno fra i combattenti e i reduci, e ancora lo scorso 4 novembre era al fianco del sindaco di Gandino, Gustavo Maccari, per le celebrazioni in onore dei Caduti.
Fra il 2001 e il 2002 aveva anche sostenuto l'impegno di quanti chiedevano la ricollocazione in piazza Vittorio Veneto delle lapidi dei Caduti, rimosse in quel periodo dalla facciata del Salone della Valle. Nel 2005 aveva inoltre ricevuto una speciale onoreficenza a Urgnano, in occasione dell'adunata provinciale dei fanti.
A piangere la scomparsa di Giovanni Nodari è innanzitutto il figlio Antonio, nato nel 1949, con la moglie Maria Cristina e la nipote Alice, e i cognati Antonietta e Quirino, fratelli di Ninì. Ma tutta Gandino in queste ore ha mostrato il suo cordoglio alla famiglia.
La salma è composta nell'abitazione di viale Rimembranze, da dove oggi pomeriggio alle 14.30 partirà il corteo funebre verso la basilica.

Autore: 

G. B. G.

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