Dal Farno all'Austria con un colpo d'ala

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Data pubblicazione: 

03/08/2007
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Fabrizio Giustranti sul luogo di lavoro.
Oltre 200 chilometri in sette ore con il deltaplano: il volo da record dell'Icaro di Lallio «Un grande sogno che si realizza: impagabile l'emozione di una lunga traversata senza motore»
Partire a Bergamo, sorvolare le Valli bergamasche, poi le cime delle Alpi, e infine atterrare in Austria volando per sette ore e più di duecento chilometri. Il tutto senza motori o sofisticati congegni, ma semplicemente facendosi trasportare dalle correnti ascensionali di aria calda mantenendosi a quote mozzafiato, la sola vera «benzina» del deltaplano.
 
A portare a termine l'impresa è stato Fabrizio Giustranti di Lallio, 44 anni di cui ventidue dedicati nel tempo libero e nei fine settimana alla passione per il deltaplano. Da anni progettava questo viaggio. Sabato 28 luglio è finalmente riuscito a portarlo a termine dopo numerosi tentativi falliti a causa di condizioni climatiche sfavorevoli, dovute al maltempo o al verificarsi di veri e propri temporali in montagna. Perché se anni di allenamento e di esperienza pesano molto e fanno la differenza, comunque da soli non bastano per riuscire a compiere un'impresa del genere: l'ingrediente essenziale è la fortuna di riuscire a «imbroccare» la giornata giusta con il bel tempo e le correnti che consentono di non perdere quota.
«Ci ho provato diverse volte finora, ma succedeva sempre qualche inconveniente che mi obbligava ad atterrare prima – racconta –. Del resto bisogna tener conto che dedicando al volo solo i fine settimana, diminuiscono anche le probabilità di trovare la giornata ideale. Ora posso finalmente dire di aver realizzato un grande sogno». Fabrizio, pilota iscritto all'associazione Volo libero Bergamo che fa parte della Federazione italiana volo libero, ha spiccato il volo sabato scorso alle 13.45 dal Monte Farno, in Val Gandino, insieme all'amico Marco Cereda; i due hanno sorvolato la Val Seriana, la Val di Scalve e la Val Camonica per poi passare inTrentino e sorvolare le Valli di Sole, d'Ultimo, Venosta, Passiria e raggiungere Vipiteno. Quindi Marco ha avuto un imprevisto che lo ha costretto ad atterrare oltre Merano, dopo 180 chilometri, mentre Fabrizio invece è riuscito a sconfinare in Austria ed è atterrato a Wattens, oltre Innsbruck, a sette ore e 210 chilometri dalla partenza.
 
Sposato e con due figlie di nove e diciassette anni, ancora giovani per cimentarsi nel volo, Fabrizio di mestiere è elettrotecnico e dedica al deltaplano tutto il suo tempo libero: fare il giro delle Orobie ormai per lui è una passeggiata di routine. Racconta che la sua passione è nata in maniera semplice e naturale: «Ho soltanto visto un deltaplano in televisione e mi è venuta voglia di provarci, così mi sono iscritto a una scuola di volo in Val Gandino che oggi non esiste più. Quello che mi piace più di tutto, oltre naturalmente ai paesaggi unici che si vedono in volo e al fatto di stare all'aria aperta, è il senso di sfida che sta nel riuscire a raggiungere un posto senza l'aiuto del motore. Oggi ormai è possibile per tutti prendere l'aereo e arrivare in un batter d'occhio ovunque vogliamo, qui invece puoi contare sulle tue forze, sulla concentrazione, sull'esperienza e anche sulla fortuna, visto che è fondamentale trovare la giornata giusta dal punto di vista meteorologico. E devo dire che anche dopo più di vent'anni non si finisce mai di imparare qualcosa di nuovo».
A sentir lui pilotare un deltaplano è un gioco da ragazzi, ma non deve essere facile mantenere la concentrazione per intere ore e a quote altissime, riuscendo a capire al volo (è proprio il caso di dirlo) verso quale montagna, cresta o crinale dirigersi per trovare le condizioni più favorevoli, che permettano al deltaplano di non perdere quota e proseguire. «Di per sè pilotare il deltaplano è facile e intuitivo come andare in bicicletta, il difficile è destreggiarsi tra le correnti, cosa per cui l'allenamento conta molto». Dopo l'impresa di sabato scorso gli obiettivi di Fabrizio non sono certo esauriti: lo attende una nuova sfida ancora più grande da vincere: «Ora il mio sogno è quello di spingermi ancora oltre e riuscire ad arrivare fino a Monaco di Baviera». Per la cronaca, oltre 300 chilometri di volo.

Autore: 

Monica Colombo

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