Ai duellanti la comunità chiede di valorizzare le risorse locali, a cominciare da storia e arte del paese
A Gandino, come in altri diciotto Comuni bergamaschi, la campagna elettorale in vista del voto di domenica e lunedì prossimi è in pieno svolgimento e i due schieramenti in campo sono impegnati a far conoscere i programmi che dovrebbero orientare il voto, anche se a prevalere, il più delle volte, è la conoscenza e la stima nei confronti del candidato. In campo ci sono il sindaco uscente Gustavo Maccari con la lista «Gandino, Barzizza e Cirano insieme per Maccari sindaco» e Mirko Brignoli, della Lega Nord.
La lettura dei programmi non è un'attività facile e allettante per la maggior parte delle persone e nemmeno i gandinesi fanno eccezione alla regola, ma non rinunciano a dire la loro sui progetti per il paese, sotto forma di proposte e di suggerimenti.
«Gandino e la Valgandino - sottolinea Bepi Rottigni, di professione fotografo, e grande appassionato di storia, di arte e di tradizioni del suo paese - sono realtà isolate. Rompere l'isolamento è una esigenza prioritaria per cambiare e rivoluzionare la mentalità della gente. L'apertura verso l'esterno potrebbe migliorare la situazione: anni fa si era parlato di realizzare un traforo per collegare la Valgandino con la Valle Cavallina: l'idea è stata lasciata cadere, ma a mio avviso è ancora valida perché potrebbe portare vantaggi a tutti. Naturalmente va ampliata e qualificata l'offerta turistica sfruttando le risorse locali. Ad esempio, si potrebbero ricostruire dei luoghi simbolo del paese, come le porte esistenti in epoca medioevale, ricreare angoli caratteristici oggi scomparsi in grado di offrire appeal e rendere attuale l'identità storica del paese».
Gian Luigi Bresciani è un leffese doc anche se attualmente abita (e vota) a Gandino. Al suo paese d'origine è rimasto attaccato anche per averne studiato e descritto alcuni aspetti peculiari come le vicende dei Copertini cui ha dedicato un libro. La sua attività attuale di promotore di eventi musicali di alto profilo lo ha indotto a pensare in termini sovraccomunali: «Devo ammettere che non ho letto i programmi, ma ne ho solo sentito parlare. Se devo fare riferimento al passato non posso non lamentare una scarsa attenzione del territorio. Sotto questo profilo, però, l'attenzione di Gandino alla cultura locale ultimamente è stata alta come dimostrano le molteplici iniziative nel settore a cominciare dal “File”. Gandino è terreno fertile, grazie alle sue possibilità, per realizzare un progetto culturale a livello di Valgandino che avvantaggerebbe anche gli altri paesi, ma occorre rinunciare ai campanilismi».
Delle prospettive turistiche parla Bepi Anesa, storico fondatore, nel 1986, del gruppo «Amici del monte Farno», che dice: «Premesso che i programmi delle due liste sembrano la fotocopia l'uno dell'altro, come abitante di Barzizza devo registrare una certa trascuratezza nei confronti della frazione dove sarebbe opportuno creare adeguate infrastrutture. Il paese è attraversato dalla strada per il monte Farno sul quale sono stati fatti grandi progetti di sviluppo turistico che vedono al centro la ex colonia elioterapica delle Orsoline. Ma i progetti potranno trovare attuazione solo una volta risolto il problema della strada e quello dell'acqua di cui la zona soffre la mancanza. È ormai prossima la costruzione della bretella per il Farno, opera prevista nei programmi delle due liste, ma sotto prospettive divergenti: la sua realizzazione porterebbe vantaggi alla frazione Barzizza, liberata dal traffico automobilistico, e alla trentina di cascine oggi in stato di trascuratezza, che tornerebbero a rivivere con opportuni interventi di ristrutturazione. Se posso permettermi di suggerire alla nuova amministrazione una modifica al suo tracciato, proporrei di allungarlo di poche centinaia di metri per attenuarne così la forte pendenza».
La lettura dei programmi non è un'attività facile e allettante per la maggior parte delle persone e nemmeno i gandinesi fanno eccezione alla regola, ma non rinunciano a dire la loro sui progetti per il paese, sotto forma di proposte e di suggerimenti.
«Gandino e la Valgandino - sottolinea Bepi Rottigni, di professione fotografo, e grande appassionato di storia, di arte e di tradizioni del suo paese - sono realtà isolate. Rompere l'isolamento è una esigenza prioritaria per cambiare e rivoluzionare la mentalità della gente. L'apertura verso l'esterno potrebbe migliorare la situazione: anni fa si era parlato di realizzare un traforo per collegare la Valgandino con la Valle Cavallina: l'idea è stata lasciata cadere, ma a mio avviso è ancora valida perché potrebbe portare vantaggi a tutti. Naturalmente va ampliata e qualificata l'offerta turistica sfruttando le risorse locali. Ad esempio, si potrebbero ricostruire dei luoghi simbolo del paese, come le porte esistenti in epoca medioevale, ricreare angoli caratteristici oggi scomparsi in grado di offrire appeal e rendere attuale l'identità storica del paese».
Gian Luigi Bresciani è un leffese doc anche se attualmente abita (e vota) a Gandino. Al suo paese d'origine è rimasto attaccato anche per averne studiato e descritto alcuni aspetti peculiari come le vicende dei Copertini cui ha dedicato un libro. La sua attività attuale di promotore di eventi musicali di alto profilo lo ha indotto a pensare in termini sovraccomunali: «Devo ammettere che non ho letto i programmi, ma ne ho solo sentito parlare. Se devo fare riferimento al passato non posso non lamentare una scarsa attenzione del territorio. Sotto questo profilo, però, l'attenzione di Gandino alla cultura locale ultimamente è stata alta come dimostrano le molteplici iniziative nel settore a cominciare dal “File”. Gandino è terreno fertile, grazie alle sue possibilità, per realizzare un progetto culturale a livello di Valgandino che avvantaggerebbe anche gli altri paesi, ma occorre rinunciare ai campanilismi».
Delle prospettive turistiche parla Bepi Anesa, storico fondatore, nel 1986, del gruppo «Amici del monte Farno», che dice: «Premesso che i programmi delle due liste sembrano la fotocopia l'uno dell'altro, come abitante di Barzizza devo registrare una certa trascuratezza nei confronti della frazione dove sarebbe opportuno creare adeguate infrastrutture. Il paese è attraversato dalla strada per il monte Farno sul quale sono stati fatti grandi progetti di sviluppo turistico che vedono al centro la ex colonia elioterapica delle Orsoline. Ma i progetti potranno trovare attuazione solo una volta risolto il problema della strada e quello dell'acqua di cui la zona soffre la mancanza. È ormai prossima la costruzione della bretella per il Farno, opera prevista nei programmi delle due liste, ma sotto prospettive divergenti: la sua realizzazione porterebbe vantaggi alla frazione Barzizza, liberata dal traffico automobilistico, e alla trentina di cascine oggi in stato di trascuratezza, che tornerebbero a rivivere con opportuni interventi di ristrutturazione. Se posso permettermi di suggerire alla nuova amministrazione una modifica al suo tracciato, proporrei di allungarlo di poche centinaia di metri per attenuarne così la forte pendenza».
Data di inserimento:
23-05-2007