Ha superato positivamente i test di collaudo l'apparecchiatura di incenerimento realizzato dalla ditta «Bertocchi impianti» di Gandino e destinato al ghiacciaio del Baltoro nel parco del K2 per il trattamento dei rifiuti di alta montagna. Nei giorni scorsi nell'azienda gandinese si è riunito il pool di tecnici che ha contribuito alla realizzazione dell'impianto per presiedere allo svolgimento delle prove: il progettista Giuseppe Covelli, l'ingegner Claudio Spadacini della Actelios, società del Gruppo Falk, committente della struttura, l'ingegner Alberto Cortinovis della EV K2 CNR, il comitato presieduto dal bergamasco Agostino da Polenza, che ha messo a punto il progetto e il titolare dell'azienda costruttrice dell'attrezzatura Andrea Bertocchi. Conclusa la messa a punto degli apparati tecnici è stata effettuata una prova dell'impianto immettendo del materiale che è stato bruciato come in un normale inceneritore (e che ha emesso fumo), quindi si è ripetuta l'operazione mettendo in funzione i filtri e i sistemi di abbattimento dei fumi che hanno quasi totalmente eliminato lo scarico.
«La parte innovativa – spiega il progettista, l'ingegner Covelli – è consistita nell'aver creato una macchina iperbarica che compensa la mancanza di pressione dovuta all'altitudine dei luoghi in cui opererà; l'altro aspetto importante è l'essere riusciti a riciclare i fumi eliminando l'ossido di carbonio. Alla fine del ciclo i rifiuti vengono ridotti a 1/10 del peso e a 1/20 del volume e ciò permette di compattare tutto l'inquinamento di una stagione alpinistica e di portarlo agevolmente a valle. Il test di oggi è definitivo: ora la macchina è stata semplificata ed è gestibile da chiunque». Sulle caratteristiche tecniche insiste Spadacini: «L'inceneritore è strutturato per poter funzionare in un'area in cui manca l'energia elettrica e dove la pressione atmosferica è ridotta alla metà rispetto a quella che si ha a livello del mare: due aspetti problematici di difficile soluzione perché una buona combustione avviene in presenza di ossigeno e l'elettricità garantisce l'apporto di energia esterna di cui la nostra macchina, però, può fare a meno grazie all'adozione di una sorta di turbina di derivazione automobilistica». L'impianto, del peso di 12 quintali, è stato costruito nell'officina Bertocchi di Gandino, il cui titolare precisa: «È una struttura in acciaio inossidabile speciale resistente alle alte temperature, con rivestimento interno in refrattario studiato da una società di Monza. E facilmente smontabile e rimontabile anche in situazioni disagiate quali potrebbero essere quelle cui si andrà incontro. Essendo un prototipo ha richiesto parecchie ore di lavoro, complessivamente 500, compreso il tempo richiesto dalle migliorie intervenute durante la fase del processo e le varie prove. Non ci sono stati problemi perché tutto è stato calcolato, previsto e verificato». Dal canto suo, Cortinovis sottolinea: «Nel 50° anniversario della salita al K2 abbiamo pensato di fare qualcosa per i Paesi che ci ospitano e abbiamo ideato un mini inceneritore che può funzionare ad alta quota dove il materiale abbandonato dalle spedizioni non si decompone per mancanza di ossigeno. L'inceneritore verrà montato a Skardu alle porte del ghiacciaio del Baltoro nel parco del K2. Se tutto va bene la prossima settimana l'impianto verrà imballato e spedito in Pakistan, a Islamabad; il trasporto a mezzo camion e portatori richiederà una settimana, un'altra settimana occorrerà per il montaggio e per la fine di giugno dovrebbe essere inaugurato alla presenza del presidente pakistano».
«La parte innovativa – spiega il progettista, l'ingegner Covelli – è consistita nell'aver creato una macchina iperbarica che compensa la mancanza di pressione dovuta all'altitudine dei luoghi in cui opererà; l'altro aspetto importante è l'essere riusciti a riciclare i fumi eliminando l'ossido di carbonio. Alla fine del ciclo i rifiuti vengono ridotti a 1/10 del peso e a 1/20 del volume e ciò permette di compattare tutto l'inquinamento di una stagione alpinistica e di portarlo agevolmente a valle. Il test di oggi è definitivo: ora la macchina è stata semplificata ed è gestibile da chiunque». Sulle caratteristiche tecniche insiste Spadacini: «L'inceneritore è strutturato per poter funzionare in un'area in cui manca l'energia elettrica e dove la pressione atmosferica è ridotta alla metà rispetto a quella che si ha a livello del mare: due aspetti problematici di difficile soluzione perché una buona combustione avviene in presenza di ossigeno e l'elettricità garantisce l'apporto di energia esterna di cui la nostra macchina, però, può fare a meno grazie all'adozione di una sorta di turbina di derivazione automobilistica». L'impianto, del peso di 12 quintali, è stato costruito nell'officina Bertocchi di Gandino, il cui titolare precisa: «È una struttura in acciaio inossidabile speciale resistente alle alte temperature, con rivestimento interno in refrattario studiato da una società di Monza. E facilmente smontabile e rimontabile anche in situazioni disagiate quali potrebbero essere quelle cui si andrà incontro. Essendo un prototipo ha richiesto parecchie ore di lavoro, complessivamente 500, compreso il tempo richiesto dalle migliorie intervenute durante la fase del processo e le varie prove. Non ci sono stati problemi perché tutto è stato calcolato, previsto e verificato». Dal canto suo, Cortinovis sottolinea: «Nel 50° anniversario della salita al K2 abbiamo pensato di fare qualcosa per i Paesi che ci ospitano e abbiamo ideato un mini inceneritore che può funzionare ad alta quota dove il materiale abbandonato dalle spedizioni non si decompone per mancanza di ossigeno. L'inceneritore verrà montato a Skardu alle porte del ghiacciaio del Baltoro nel parco del K2. Se tutto va bene la prossima settimana l'impianto verrà imballato e spedito in Pakistan, a Islamabad; il trasporto a mezzo camion e portatori richiederà una settimana, un'altra settimana occorrerà per il montaggio e per la fine di giugno dovrebbe essere inaugurato alla presenza del presidente pakistano».
Data di inserimento:
03-05-2007