Gandino, la signora dei casoncelli viene dalle Filippine

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Data pubblicazione: 

02/05/2007
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Una giovane filippina e un negozio «etnico» in pieno centro storico a Gandino. Uno pensa subito a qualcosa di esotico, e il negozio produce veramente qualcosa di tipico: ma si tratta di nostranissimi casoncelli bergamaschi. Impastati da sapienti mani asiatiche. Anche questo è il progresso e in questi ingredienti (è il caso di dirlo) c'è tutta la storia di Milagros Villegas, che da alcuni mesi conduce con il marito Pierluigi Parolini lo storico Pastificio Bergamelli.
Milagros ha 44 anni e proviene dalla città di Dumaguete, a poco più di un'ora di volo da Manila, la capitale delle Filippine. È una città che per dimensioni possiamo paragonare alla nostra Bergamo ed è capoluogo della regione di Negros Oriental. Il legame con l'Italia e con la nostra provincia ha origine nel settembre 1998. Milagros si trova a Taiwan per un lavoro di due anni in una ditta di componenti elettronici. In un negozio, e pochi giorni dopo davanti a una chiesa cattolica, incontra Pierluigi, 41 anni di Gandino che si trova in Asia per provvedere alla riparazione di alcuni telai installati da un grande gruppo meccanotessile. Nasce qualcosa di più di una semplice amicizia, entrambi hanno già messo una pietra sulle loro storie passate.
Due anni dopo, nel 2000, sono marito e moglie a Gandino. Oggi Milagros ha una figlia di 24 anni, Katherine, e un bellissimo nipotino, Kyle di 5 anni. La famiglia di Pierluigi, dove da poco manca purtroppo papà Silvestro, è abituata a un respiro «mondiale», non solo per le sue frequenti e prolungate trasferte all'estero, ma anche per l'attività della sorella Franca, che è impegnata al Centro missionario diocesano.
Proprio in famiglia nasce l'idea che apre a Milagros e Pierluigi la strada della nuova attività. Lo spunto arriva dallo zio Tarcisio Bergamelli, cognato di mamma Giannina, che da ormai 25 anni conduce l'omonimo Pastificio, punto di riferimento per moltissimi rivenditori. Tarcisio ha vinto negli anni la scommessa di far crescere a Gandino un laboratorio artigianale di pasta fresca, un vero e proprio azzardo rispetto allo scetticismo di molti per un'attività che poteva trovare concorrenza «spietata» nelle massaie e soprattutto nella tradizione.
La scommessa ora riguarda Milagros e Pierluigi, che raccolgono il testimone dello zio: «Abbiamo preso la decisione insieme e ne siamo entusiasti. L'esperienza e i consigli di zio Tarcisio sono stati e saranno indispensabili, senza di essi non saremmo partiti. Il lavoro a prima vista è semplice, ma ci sono accorgimenti e veri e propri segreti che fanno la differenza. Ci piace molto il fatto che possiamo passare insieme, lavorando, molte ore della giornata».
L'attività è davvero «etnica», come dicevamo all'inizio: «Il nostro prodotto principale sono i casoncelli bergamaschi, quelli tradizionali, con i quali riforniamo punti vendita importanti in tutta la Val Seriana e anche nel resto della provincia. Seguiamo la ricetta classica che zio Tarcisio ha messo a punto in tanti anni di lavoro. E i dosaggi del ripieno sono un segreto. Per il punto vendita diretto di Gandino produciamo anche gnocchi, lasagne e crespelle».
E l'idea di un prodotto tipico filippino? La domanda appare fuori luogo nel tempio del casoncello, ma la risposta arriva chiara mentre Milagros sta schiacciando, manualmente e uno per uno, i casoncelli appena preparati: «Vogliamo mantenere la tradizione del negozio con il prodotto che lo caratterizza da tanti anni. Non saprei pensare a un prodotto tipico filippino da produrre e vendere. Noi abbiamo il Sinegang, una zuppa di costine e pesce arricchita da verdure orientali e aromi di tamarindo. Forse sarebbe complicato».
Il casoncello insomma vince il confronto... e il sorriso di Milagros conferma un'integrazione concreta e carica di affetto. A decretare un sostanziale pareggio è però Pierluigi che sottolinea: «Gandino è una terra ricca di storia e tradizione, ma una vacanza nelle Filippine è qualcosa di incredibile. La natura e le atmosfere di Dumaguete sono davvero dell'altro mondo».

Autore: 

Giambattista Gherardi

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