Mattia Lanfranchi, lo studente sciatore

HA PARTECIPATO ALLE UNIVERSIADI DI TORINO

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09/02/2007
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Da Gandino alle Universiadi di Torino, nel giro di soli due giorni.
Per Mattia Lanfranchi quella delle universiadi di Torino, manifestazione che si è svolta nel mese di gennaio è stata un’avventura che gli è piovuta addosso all’improvviso. Lui di tutto questo non sapeva proprio nulla fi no a due giorni prima delle gare, quando la Federazione di sci di fondo lo ha chiamato in nazionale per partecipare a queste gare.
E’ stata un’avventura fantastica – spiega Mattia, oggi tesserato per lo Sci club Valgan- dino – la convocazione è arrivata all’improvviso, a due giorni dalle gare e alla fi ne questo non mi ha permesso di preparare al meglio la competizione. Alla fine però è stata una esperienza entusiasmante da ripetere sicuramente. Io ho partecipato a 5 gare a Torino, sugli stessi campi di fondo che hanno ospitato le olimpiadi di Torino 2006. A Pragelato ho partecipato alla gara di inseguimento, alla gara individuale, alla gara di lunga distanza, allo sprint e alla staffetta 4x10. Il miglior risultato l’ho ottenuto proprio nella staffetta 4x10 con un 14° posto. Certamente se avessi avuto più tempo per prepararmi le cose sarebbero andate diversamente. La nazionale italiana ha preparato con superficialità questa manifestazione sportiva, convocando in ritardo gli atleti. Per le altre nazionali il discorso è diverso, loro partecipano con più entusiasmo alle universiadi, portano gli atleti migliori che spesso partecipano anche alla coppa del mondo e soprattutto preparano puntigliosamente le gare. Noi invece non abbiamo questa cultura di unire lo studio con lo sport, in Italia chi studia fa solo quello e chi fa sport si applica solo alla disciplina sportiva. Per i ragazzi come me che cercano di conciliare la vita dello studente alla vita dello sportivo è veramente dura. Io sono iscritto al primo anno di ingegneria meccanica a Bergamo ed è veramente diffi cile praticare il fondo in valle Seriana e frequentare le lezioni a Bergamo. Bisogna avere molta passione e spirito di sacrifi cio. Qui in Italia nessuno ti viene in aiuto. Le universiadi sono però state entusiasmanti, poter vivere per alcuni giorni con ragazzi di altre 52 nazioni è stata una esperienza formativa. Di sera poi Torino si trasformava e si poteva girare in città tra concerti e feste realizzate proprio per questa manifestazione sportiva. Nelle gare io ci ho messo tutto il mio impegno anche se sapevo già che le mie speranze di arrivare sul podio erano nulle”.

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(m.a.)

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