Il vescovo Amadei: Sant'Angela Merici ha testimoniato Gesù nella quotidianità
Il convegno su Sant'Angela Merici e la presenza delle Orsoline in Valle Seriana ha offerto l'occasione per sfogliare alcune pagine storiche e per interrogarsi sul significato della parola «educare» anche ai nostri giorni. Ieri a Gandino, nel convento delle Suore Orsoline, sono giunti i rappresentanti della Comunità montana, organizzatrice del convegno, studiosi, suore degli istituti delle Orsoline, insegnanti e persone che hanno vissuto la realtà della presenza delle suore.
È emerso un quadro generale sul tessuto storico e sociale in cui è fiorito il carisma mericiano, con la crescita graduale delle Compagnie di Sant'Orsola, la nascita degli istituti religiosi e l'ampliamento degli ambiti educativi nel quale le Orsoline hanno offerto la loro opera. Gli interventi hanno delineato la figura di una donna straordinaria, di estrazione umile, che con grande intuizione ha reso possibile il riconoscimento della dignità femminile per le donne del suo tempo. «L'educazione deve essere presenza materna - ha detto suor Angioletta Servidati - ed è compito di tutti. Le scelte vanno condivise e occorre unirsi per educare. L'unione non deve essere una semplice somma di capacità, ma una comunione».
Le ricerche su Sant'Angela Merici e le forme di vita consacrata scaturite dal suo carisma hanno rivelato la necessità di maggiori studi e approfondimenti. «Il sogno sarebbe quello di realizzare un progetto articolato - ha detto suor Melania Balini - che includa la ricerca delle fonti, la catalogazione dei dati storici e lo studio di quanto raccolto». «La ricerca isolata è ormai superata - ha aggiunto Costantino Zanda, assessore alla Cultura della Comunità montana - e occorre favorire uno scambio di conoscenze e di competenze».
Ha concluso don Emilio Zanoli, prevosto di Gandino: «È necessario che le istituzioni promuovano alleanze educative. La politica deve attuare leggi e scelte secondo il principio della sussidiarietà, orientandosi verso la crescita della qualità umana della società. I cristiani devono continuare a essere presenti, con il dialogo e la collaborazione, sicuri di essere portatori di valori per il bene della società».
Nella basilica il vescovo ha poi presieduto la Messa. Monsignor Amadei ha parlato dell'esempio luminoso di Angela Merici: «È la storia di una donna semplice che ha seminato un germe fecondo nella quotidianità. Anche oggi il Signore chiede di poter seminare, attraverso di noi, il suo amore nella storia, nelle relazioni familiari, sociali ed economiche. La storia dipende anche da noi e Lui rende fecondo anche il nostro poco, così come è accaduto al piccolo seme di Sant'Angela». Il vescovo ha invitato ciascuno ad accogliere Gesù, così come egli è e non come vorremmo che fosse. «Non servono gesti straordinari - ha spiegato - ma basta affrontare la vita quotidiana nel servizio, senza lamentarsi per l'indifferenza di molti, ma chiedendosi: "Cosa posso fare io?". I bisogni degli altri vanno guardati con amore, con la mente aperta per capirli e con il cuore generoso per servirli».
Monsignor Amadei ha posto l'accento sul compito di tutti nell'educare i giovani. «L'educazione non è un insieme di parole - ha detto - ma ciò che educa è l'esempio vivo e concreto che nasce dalla nostra idea sul senso della vita. Appassioniamoci nell'aiutare la povertà dei giovani. Tutte le agenzie educative si alleino fra di loro per farli appassionare alla vita».
È emerso un quadro generale sul tessuto storico e sociale in cui è fiorito il carisma mericiano, con la crescita graduale delle Compagnie di Sant'Orsola, la nascita degli istituti religiosi e l'ampliamento degli ambiti educativi nel quale le Orsoline hanno offerto la loro opera. Gli interventi hanno delineato la figura di una donna straordinaria, di estrazione umile, che con grande intuizione ha reso possibile il riconoscimento della dignità femminile per le donne del suo tempo. «L'educazione deve essere presenza materna - ha detto suor Angioletta Servidati - ed è compito di tutti. Le scelte vanno condivise e occorre unirsi per educare. L'unione non deve essere una semplice somma di capacità, ma una comunione».
Le ricerche su Sant'Angela Merici e le forme di vita consacrata scaturite dal suo carisma hanno rivelato la necessità di maggiori studi e approfondimenti. «Il sogno sarebbe quello di realizzare un progetto articolato - ha detto suor Melania Balini - che includa la ricerca delle fonti, la catalogazione dei dati storici e lo studio di quanto raccolto». «La ricerca isolata è ormai superata - ha aggiunto Costantino Zanda, assessore alla Cultura della Comunità montana - e occorre favorire uno scambio di conoscenze e di competenze».
Ha concluso don Emilio Zanoli, prevosto di Gandino: «È necessario che le istituzioni promuovano alleanze educative. La politica deve attuare leggi e scelte secondo il principio della sussidiarietà, orientandosi verso la crescita della qualità umana della società. I cristiani devono continuare a essere presenti, con il dialogo e la collaborazione, sicuri di essere portatori di valori per il bene della società».
Nella basilica il vescovo ha poi presieduto la Messa. Monsignor Amadei ha parlato dell'esempio luminoso di Angela Merici: «È la storia di una donna semplice che ha seminato un germe fecondo nella quotidianità. Anche oggi il Signore chiede di poter seminare, attraverso di noi, il suo amore nella storia, nelle relazioni familiari, sociali ed economiche. La storia dipende anche da noi e Lui rende fecondo anche il nostro poco, così come è accaduto al piccolo seme di Sant'Angela». Il vescovo ha invitato ciascuno ad accogliere Gesù, così come egli è e non come vorremmo che fosse. «Non servono gesti straordinari - ha spiegato - ma basta affrontare la vita quotidiana nel servizio, senza lamentarsi per l'indifferenza di molti, ma chiedendosi: "Cosa posso fare io?". I bisogni degli altri vanno guardati con amore, con la mente aperta per capirli e con il cuore generoso per servirli».
Monsignor Amadei ha posto l'accento sul compito di tutti nell'educare i giovani. «L'educazione non è un insieme di parole - ha detto - ma ciò che educa è l'esempio vivo e concreto che nasce dalla nostra idea sul senso della vita. Appassioniamoci nell'aiutare la povertà dei giovani. Tutte le agenzie educative si alleino fra di loro per farli appassionare alla vita».
Data di inserimento:
29-01-2007