Non solo telai, Gandino tesse note sacre

Via alla rassegna «Echi d’organo» per valorizzare un patrimonio unico di preziosi strumentiBossi, Serassi e un rarissimo Perolini. In concerto il maestro premiato dalla regina Elisabetta

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19/10/2006
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La pagina a colori di apertura de "La vita bergamasca" dedicata da l'Eco di Bergamo interamente a Gandino.

Sette organi tra ’700 e ’800 in poche decine di metri quadrati e una storia ricca di aneddoti e curiosità.
Un percorso affascinante nella storia della musica sacra che offre a Gandino, terra d’arte e cultura per eccellenza, un ulteriore motivo di orgoglio. Organizzata dalla Pro loco con il patrocinio della parrocchia di Santa Maria Assunta e dell’Amministrazione comunale, si svolge a partire da sabato la 1ª edizione della rassegna «Echi d’organo», che intende valorizzare appieno un inestimabile patrimonio culturale.
«Gandino è il paese della Bergamasca, e non solo, che ha più organi, pregevoli per qualità e storia. Ha avuto due vocazioni: quella tessile e quella musicale. Mentre la prima è ben nota, la seconda, legata soprattutto alla tradizione organistica, è da valorizzare». Sono parole di Giosuè Berbenni, delegato della Sovrintendenza per gli organi storici, che confermano la presenza di strumenti di primissimo piano nel paese della Val Seriana.
È una grande storia che inizia già nella prima metà del Quattrocento, allorché i reggenti della chiesa parrocchiale di Santa Maria, nel 1445, pagano per un anno «lire sei imperiali all’organista Mauritio de Zambellis». Nel 1575 il cardinale Carlo Borromeo, in occasione della visita pastorale ebbe modo di ascoltare «organa satis pulchra». In effetti in molti casi ci si trova davanti a una vera e propria storia «romanzata», ben raccontata nel volume «La celeste armonia» di Marino Anesa, edito nel 2001 dal Comune di Gandino.
È il caso, per esempio, dell’organo che Giuseppe Serassi, fondatore della celebre dinastia di organari, donò al Convento delle Benedettine di Gandino. Non si trattava di una magnanima elargizione, bensì di una vera propria dote per la figlia Caterina, cantante e musicista, che nel 1743 era entrata in clausura proprio a Gandino. Lo strumento è purtroppo andato disperso all’inizio dell’800, smantellato in seguito alla requisizione del convento da parte dei soldati napoleonici. I Serassi, definiti gli Stradivari degli organi, costruirono comunque nel 1833, un altro pregevole strumento per la comunità gandinese: quello ancor oggi attivo nella chiesa di Santa Croce e Sant’Alessandro.
Le curiosità non sono finite, visto che per esempio la monumentale basilica di Santa Maria Assunta ospita – fatto particolarmente raro – addirittura due organi. All’Adeodato Bossi- Urbani del 1858 (racchiuso nella monumentale cassa dei famosi intagliatori Fantoni), si aggiunge l’organo costruito da Giacinto Pescetti nel 1720, collocato «in cornu Epistolae» (a destra guardando l’altare), nella cassa Hillepront. Proprio nella basilica si terrà (il 18 novembre) il concerto di Wijnand van de Pol, organista olandese da tempo impegnato in Italia dove è ispettore onorario del ministero dei Beni culturali per gli organi dell’Umbria e titolare della cattedra di organo al conservatorio di Perugia. La regina Elisabetta gli ha conferito, per la sua attività di direttore della musica e organista nella Chiesa anglicana, il titolo di Membro onorario dell’Impero britannico.

Questa prima edizione di «Echi d’organo» si articola in tre serate che vedono protagonisti anche l’organo Bossi (1836) della chiesa di San Giuseppe (sabato 21 ottobre) e il Balbiani (1898) della chiesa del Suffragio (4 novembre). La storia degli organi gandinesi contempla anche il piccolo gioiello a 420 canne che Carlo Perolini costruì nel 1759 per la chiesa di San Gottardo, conservato nel Museo della basilica: lo strumento più antico ancora esistente della casa organaria. Da ricordare anche l’organo della chiesa di San Pietro (1776).
A tutto questo si aggiungano protagonisti della scena musicale come Andrea de Giorgi (1836-1900) o padre Davide da Bergamo (al secolo Felice Moretti, 1791-1863), organisti titolari della basilica di Gandino, i cui brani saranno eseguiti nel corso della rassegna. Da non dimenticare che Gandino ha dato i natali a quel Quirino Gasparini (1721-1778), maestro di cappella del Duomo di Torino, che scrisse, tra l’altro, un «Adoramus Te» per decenni attribuito addirittura a Mozart.

Autore: 

Giambattista Gherardi

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