Gli allevatori della Val Gandino e della Valcavallina, esasperati dalle continue escursioni distruttive e pericolose, stanno promuovendo una raccolta di firme per chiede un intervento concreto contro il proliferare dei cinghiali. «Gran parte del territorio - sottolineano -, sia prato da sfalcio sia pascolo, è andato distrutto e deturpato dai continui raid, con il risultato di una drastica diminuzione del raccolto e con sempre maggiori difficoltà nell'uso di attrezzature agricole, rendendo necessario svolgere il lavoro a braccia». Gli allevatori spiegano che per avere un minimo di tranquillità dovrebbero recintare praticamente tutto il territorio, cosa impossibile e antiestetica, mentre le recinzioni elettriche vengono eluse o divelte spesso sia dai cinghiali che dai cani dei cacciatori e anche da auto e moto. Per questo anche i promessi aiuti per la recinzione, non solo sono difficili da ottenere per questioni burocratiche, ma spesso sono irrisori e coprono solo in minima parte il danno subìto. «In realtà si tratta di uno spreco di soldi perché quel che serve è un vero e proprio piano per la risoluzione del problema». Proprio per questo hanno scelto la strada della petizione, per far sentire la loro voce e invitare le autorità preposte ad affrontare in modo globale e serio la questione. «Vogliamo che venga posta attenzione al problema cinghiali - scrivono nella missiva con cui raccolgono le firme -, un problema che si sta aggravando di mese in mese». E suggeriscono battute di caccia in maggior numero e mirate proprio su richiesta degli allevatori che stanno subendo danni.
Data di inserimento:
01-08-2006