«Questa sì che è una maratona»

Daniela Vassalli rientrata dal Giappone. Ieri era già a correre sul Farno

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28/06/2006
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Daniela Vassalli, prima da destra, a Ontake, sul podio della «Buff Sky running world series», il circuito mondiale di maratona in quota. Daniela ha chiuso la prova al quarto posto. Vestiva la maglia con il marchio «Millennium Tx», il cemento mangiasmog brevettato da Italcementi.
Con il marito Gerardo che l’ha accompagnata insieme alla cognata Sara
È rientrata in Italia l'altra notte dopo l'una e ieri di buon mattino ha pensato bene di fare una «sgambata» sul Monte Farno, tanto per non perdere l'abitudine e soprattutto per preparare la «Sentiero 4 luglio», la classica dello skyrace che domenica prossima vedrà impegnati tutti i big a Corteno Golgi.
L'avventura di Daniela Vassalli, sposata a Gandino e originaria di Pradalunga, è iniziata in pratica giovedì scorso dalle pagine del nostro giornale, che ha raccontato la sua storia di infermiera (lavora all'Hospice di Borgo Palazzo) e mamma con la passione per le maratone d'alta quota, corse massacranti fra rocce e pendii innevati.
La speranza di reperire uno sponsor per sostenere la trasferta in Giappone, la sorpresa di una telefonata: l'Italcementi avrebbe sostenuto l'impresa, legando il nome di Daniela al marchio «Millennium Tx», il cemento mangiasmog di nuova generazione recentemente brevettato. Dalla notte di giovedì a ieri sera c'è stata una maratona nella maratona: i figli da affidare ai nonni, un compagno di viaggio da reperire (forse il marito Gerardo, magari la cognata Sara, alla fine entrambi), qualche informazione su Internet nell'ufficio del cognato e poi all'alba partenza per Malpensa.
Volo Aeroflot per Tokyo via Mosca, mentre in rete si improvvisava un ufficio logistico che coinvolgeva addirittura l'Ambasciata d'Italia (ammirevole la collaborazione dei funzionari Gabriele Bigliani e Mariastella Nanni) e la Federazione Sport Altitude (fitta la corrispondenza via email sull'asse Gandino-Bergamo-Biella, con il presidente Marino Giacometti).
L'incognita erano i tempi strettissimi (di fatto rispetto ai tempi di viaggio c'era un margine di poche ore) e l'individuazione dell'esatta località di gara, il villaggio di Ontake Mura, ai piedi dell'omonimo vulcano spento, alto oltre 3.000 metri nella regione di Kiso, vicino Nagano.
In quattro giorni di viaggio, Daniela ne ha trascorsi quasi tre in aereo, treno o bus. Per Daniela soltanto una sgambata nell'area transfer dell'aeroporto di Mosca e una corsa da «ora di punta» fra il Narita Airport e la stazione del treno superveloce che per fortuna si è bevuto in poco più di un'ora le centinaia di chilometri che separavano Tokyo dalla località di gara.
Alla sera la sistemazione in albergo su un materasso appoggiato sul pavimento, soltanto un paio d'ore di sonno e due scosse di terremoto tanto per gradire. Poi la gara, molto dura, su un fondo scivoloso spesso costituito da pietra lavica. Il vulcano Ontake è ufficialmente spento, ma i vapori di zolfo che si avvertivano chiaramente nell'aria non erano rassicuranti, così come la cerimonia religiosa sulla linea di partenza, con un gran sacerdote che ha pregato «per tenere buono il vulcano».
Tutto questo non ha messo in secondo piano l'impegno agonistico, che Daniela ha affrontato con calma olimpica (e Pechino è appena fra due anni…) e mordente mondiale, giungendo quarta (una prestazione davvero incredibile) e restando vicinissima alla vetta della classifica mondiale.
A Gandino e Pradalunga sono stati in tanti a vivere, da lontano, questa avventura: amici, parenti, colleghi di lavoro. Anche il sindaco di Gandino ha voluto ringraziare personalmente Carlo Pesenti, amministratore delegato di Italcementi, per aver reso possibile questa avventura sportiva che ancora continua.

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Vi. B.

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