L'esilio degli istriani, il ricordo dei liceali

Al Mascheroni i parenti di Alessandra Fusco, che in un libro ha ricostruito l'odissea familiare Una mostra, un dvd e un cd rom al termine di un percorso scolastico nel segno della memoria

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22/03/2006
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Quando un libro che narra una storia personale diventa l'occasione per rileggere, ma soprattutto per non dimenticare, la storia, quella con la esse maiuscola. È il caso di «Tornerà l'Imperatore», il libro di Alessandra Fusco che racconta la storia della sua famiglia profuga dall'Istria alla fine della Seconda guerra mondiale e che nella Bergamasca, a Gandino, ha ricominciato da zero la propria vita.
Un viaggio a ritroso nell'infanzia, un viaggio doloroso, ma necessario per ricostruire attraverso i racconti di mamma Bruna la storia della sua famiglia. Una storia minore se inserita in quella che fu la tragedia degli italiani in Istria, ma di grande valore per conoscere davvero le sofferenze e le umiliazioni patite da molti.
Il libro è stato scelto dalla commissione del liceo «Mascheroni» di Bergamo come punto di partenza per un progetto realizzato in occasione della celebrazione di quest'anno della tragedia delle foibe e dell'esodo giuliano-dalmata.
Oltre 150 gli studenti del biennio coinvolti, che hanno realizzato, partendo appunto dal libro di Alessandra Fusco, una mostra, un dvd e un cd rom dedicati alla Giornata del ricordo. Momento conclusivo del progetto è stato l'incontro dei ragazzi, nell'auditorium del «Mascheroni», con alcuni esuli istriani e con i parenti della scrittrice, scomparsa due anni fa.
Rodolfo Vittori, docente di storia e filosofia del liceo, ha ripercorso gli eventi che portarono dopo l'8 settembre del '43 all'occupazione dell'Italia da parte dei tedeschi e alla presa del potere delle forze slave in Istria. Seguono due anni di guerra civile, l'occupazione di Trieste da parte delle truppe di Tito, l'epurazione degli italiani contrari all'annessione, l'orrore delle foibe. Infine, la scelta di molti di lasciare i territori occupati e di partire alla volta dell'Italia. Tra loro anche la famiglia di Alessandra Fusco.
«Abbiamo scelto questo libro – ha spiegato Elena Depetroni, docente di lettere al "Mascheroni" – perché la vita di Bruna Belich e della sua famiglia permette di capire quella tragedia in cui migliaia di persone furono coinvolte. Innanzitutto ci fa intuire che i vissuti personali non si concludono con la firma delle pace, perché le vicende della storia entrano nelle famiglie e le segnano per sempre. Inoltre il racconto, tutto al femminile, testimonia la sofferenza della guerra patita dalle donne, una sofferenza che le ha fatte uscire dal ristretto mondo domestico, che ha segnato la loro maturità e la presa di coscienza di un dolore comune».
«Viviamo ancora a Gandino, il paese che, dopo un'iniziale diffidenza, tanti anni fa ci ha accolto – hanno raccontato agli studenti due fratelli di Bruna, Livia e Franco Belich –. Gli altri fratelli sono in giro per il mondo, e non li vediamo da 55 anni. Questo è il risultato della guerra. È la rovina delle famiglie, delle nostre case e della nostra terra, che ci hanno portato via. Però non bisogna guardare indietro, ma andare sempre avanti».
«Il libro di Alessandra Fusco – ha sottolineato Vincenzo Barca, presidente dell'Associazione esuli giuliano-dalmati – rievoca in modo toccante il sacrificio e i patimenti vissuti da chi provava un sentimento di patria per la propria terra e la grande dignità con cui è stata affrontata questa sofferenza. Nessun giuliano-dalmata si è mai macchiato di un qualche reato, ma con orgoglio tutti si sono rimboccati le maniche per costruirsi una nuova vita».
«Sono orgogliosa di mia madre – ha detto in chiusura dell'incontro Lia Castelli, figlia di Alessandra Fusco – perché ha scritto questo libro dopo essersi documentata a lungo, ma soprattutto perché l'ha scritto con il cuore, per consegnare a tutti noi che non abbiamo vissuto quell'epoca un ricordo e un documento. Questa storia, infatti, non deve essere dimenticata e l'unico modo perché ciò non avvenga è continuare a parlarne, per tenere viva la memoria di quanti hanno sofferto. Solo la conoscenza può evitare altre sofferenze e altri orrori».

Autore: 

Tiziana Sallese

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