Ristrutturato l'antico chiostro, un'oasi di quiete per gli anziani

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11/01/2006
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Ultimato il restauro della parte antica della casa di riposo di Gandino
Con il contributo elargito dalla Fondazione Comunità Bergamasca-Onlus è stato possibile ristrutturare, a Gandino, la parte vecchia della casa di riposo Fondazione Cecilia Caccia del Negro, lo storico «Ospedale» che un tempo era un convento di frati minori francescani. Con i 20.000 euro donati dall'istituzione, integrati con mezzi propri di bilancio (la spesa complessiva degli interventi è stata di 262.155 euro), si è provveduto a sistemare il chiostro quattrocentesco e l'abside che faceva parte del complesso religioso e che sono sopravvissuti alle offese del tempo e alle trasformazioni urbanistiche. Inoltre sono stati effettuati degli interventi volti al miglioramento dei servizi nella casa di riposo, che ospita oggi 140 anziani.
È stato l'ultimo intervento, in ordine di tempo, che ha interessato il complesso dove è sorta la nuova casa di riposo inaugurata il 2 luglio scorso. Quello che per i gandinesi delle generazioni passate è sempre stato «L'Ospedale» conserva tuttora una grande importanza sia per i riferimenti storici, artistici e architettonici che il complesso riveste, sia per la valenza sociale che via via è andato assumendo nel corso dei secoli. Importante e qualificato luogo di religiosità prima e successivamente di pubblica assistenza, il complesso svolge oggi un significativo ruolo per la vita sociale dell'intera Valgandino ospitando una residenza socio-assistenziale per persone anziane.
«L'intervento realizzato d'intesa con la Sovrintendenza ai beni ambientali e architettonici - ha spiegato il tecnico progettista, ingegnere Mario Gusmini - è servito a dare nuova linfa al complesso: sono stati sostituiti gli infissi, sistemati gli impianti elettrici, recuperata la facciata della vecchia sacrestia, ritinteggiato il fronte est in modo da dare maggior risalto allo splendido chiostro che ha riacquistato la sua originaria funzione di oasi di quiete e di preghiera, come ai tempi della vita monastica». Quello che resta dell'ex convento e dell'antica chiesa di Santa Maria ad Ruviales, grazie anche al recupero avvenuto in precedenza degli affreschi e della sala capitolare, ha ripreso piena funzionalità riproponendosi come un importante tassello della presenza del francescanesimo in Lombardia e nella Bergamasca. «Quanto alla valenza sociale dell'intervento - ha aggiunto l'ingegnere Gusmini - si è trattato di opere migliorative per lo standard di degenza degli ospiti della nuova residenza socio-assistenziale, attuando la divisione dei locali con pareti in cartongesso per ottimizzare l'acustica e l'isolamento termico. Inoltre è stata messa in opera, limitatamente a un nucleo di degenza, di un sistema di videosorveglianza con impianti a circuito chiuso».
Dal canto suo il presidente del Consiglio di amministrazione della Fondazione gandinese, Giuseppe Mosconi, ha commentato: «La Fondazione Cecilia Caccia si propone di migliorare la qualità della vita degli ospiti, che a breve saranno 150, inserendo innovazioni tecniche e funzionali tali da dotarla non solo di reparti per la lungodegenza e per le comuni patologie geriatriche, ma anche di nuovi servizi socio-sanitari che siano utilizzati pure dalla gente della Valgandino. Abbiamo previsto, accanto alle apparecchiature di riabilitazione motoria e di rianimazione, anche il recupero e l'inserimento nel nuovo edificio dei preziosi resti architettonici dell'antico convento. Gandino non può dimenticare le sue tradizioni religiose e storiche e ha valorizzato il suo patrimonio artistico grazie al contributo della Fondazione Comunità Bergamasca, come sempre sensibile e munifica, che ha permesso il restauro di opere prestigiose, vanto di Gandino, a nome del quale esprimo plauso e gratitudine».

Autore: 

Franco Irranca

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