In picchiata i roghi nei boschi

Nel 2005 in fumo solo 4 ettari: l'anno prima furono 10. Maglia nera ad Aviatico

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Data pubblicazione: 

06/01/2006
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Meno fiamme nei boschi posti lungo le sponde del fiume Serio. Il 2005 è stato, per gli incendi boschivi registrati nel territorio della Comunità montana Valle Seriana, con sede ad Albino, un anno molto positivo: la superficie invasa dal fuoco si è mantenuta sotto i cinque ettari, 4,45 per la precisione, il dato più basso degli ultimi dieci anni.
Quattordici gli interventi effettuati, mentre un anno fa furono tre, ma su una superficie totale più ampia: dieci ettari. La tendenza al ribasso è confermata anche dal confronto con il 2003, quando si registrarono 19 episodi che interessarono 29 ettari, mentre nel 2002 furono 22, per 116,36 ettari di bosco.
Un risultato, quello dello scorso anno, decisamente lusinghiero, dovuto sia al favorevole andamento della stagione meteorologica, poco asciutta e ventosa, sia a una serie di interventi preventivi che hanno contribuito a non creare le condizioni ideali per appiccare fuochi. La relazione, predisposta dal responsabile del servizio antincendio, Gian Carlo Moioli, è stata inviata ai sindaci dei 18 Comuni dal presidente della Comunità montana Bernardo Mignani e dal consigliere delegato alla Protezione civile, Riccardo Noris.
Nel corso della stagione primaverile, estiva e autunnale è proseguita la sperimentazione preventiva avviata nel 1999, quella affidata a pecore e asini per la pulizia di pascoli e aree incolte: i volontari sono stati infatti impegnati sul monte Cereto, Rucla e Podona nei comuni di Albino , Nembro e Selvino , sul monte Farno, Val d'Agro e nelle zone marginali degli alpeggi Guazza e Montagnina nel comune di Gandino , zone ad alto rischio incendio, fornendo assistenza continua. Gli uomini del servizio antincendio della Comunità montana hanno infatti seguito di bosco in bosco il montaggio e il funzionamento degli abbeveratoi per le bestie che sono state lasciate libere di pascolare.
Alle squadre antincendio è stata affidata anche la manutenzione di sentieri e fasce tagliafuoco in diverse località della valle: un'attività che ha richiesto molte giornate di lavoro. Così sono state messe in sicurezza alcune aree alla base del monte Colletto (Alzano Lombardo), in Valle Vertova, lungo la provinciale Orezzo-Ganda (Gazzaniga ), in località colle Morona (Aviatico), lungo la strada per la Valle Piana, ai piedi del monte Corno (Gandino).
Quanto alla statistica degli incendi, da segnalare un solo episodio di rilievo, di natura dolosa: si tratta di un rogo registrato in comune di Aviatico , che ha riguardato un'area di circa due ettari, quasi la metà dell'intera superficie percorsa dal fuoco nell'intero anno. Per 9 dei 14 episodi registrati si è trattato di principi di incendio; 12 sono risultati essere di natura dolosa e solo due colposi, mentre in quattro occasioni è stato necessario l'intervento dell'elicottero.
Le aree interessate dal fuoco erano costituite da bosco ceduo (quello cioè che sfrutta la capacità di alcune specie - acero, carpino, frassino, orniello, castagno - di emettere dei fusti secondari, in gergo forestale vengono chiamati polloni, anche dopo il taglio) o resinoso e da terreno incolto. L'opera di spegnimento ha coinvolto complessivamente 72 volontari. La maglia nera degli incendi spetta all'altopiano Selvino-Aviatico dove si sono sviluppati quattro dei 14 incendi.

Centotrenta uomini pronti all'emergenza
 
Sono sei le squadre che si occupano della lotta agli incendi boschivi della Comunità montana Valle Seriana: sono quelle di Albino , di Alzano (che opera con Pradalunga ), Nembro , Vertova , Gandino e Colzate (Croce Verde). In tutto 130 uomini, di cui una quarantina operativi che vigilano sul territorio e intervengono nei casi di incendi segnalati attraverso la centrale attiva 24 ore su 24 nella sede della Croce Verde di Colzate.
Nate con lo specifico compito di far fronte agli incendi boschivi, le squadre hanno via via mutato i loro ambiti d'azione. L'impegno dei volontari si è spostato infatti nel campo delle calamità naturali, specie per quanto riguarda gli allagamenti, settore nel quale vantano competenze e attrezzature specifiche. «Tutte le squadre, ormai, hanno assunto la forma giuridica di associazioni riconosciute e iscritte all'organizzazione regionale della Protezione civile - spiega Gian Carlo Moioli, responsabile del servizio in Comunità montana -. Non meno importante è il lavoro dedicato alla tutela ambientale che i volontari svolgono ormai da tempo: si va dall'attività di manutenzione dei sentieri all'approvvigionamento di acqua potabile alle cascine degli alpeggi, all'allestimento delle vasche per abbeverare le pecore impiegate nel pascolamento di zone soggette agli incendi, all'assistenza nello svolgimento di attività culturali e sportive in montagna (l'arrampicata in Cornagera, la passeggiata didattica a dorso d'asino, le manifestazioni a Prato Alto)».
Le squadre antincendio dispongono di mezzi e attrezzature specifiche quali lo Scan, veicolo 4x4 dotato di serbatoio da 600 litri, oltre a diversi pick-up per il trasporto di persone e materiali, di due moduli antincendio elitrasportabili e motopompe.
Sotto il profilo giuridico, secondo le recenti norme legislative, il servizio antincendio è passato dal settore Agricoltura e foreste a quello della Polizia locale e Protezione civile regionale: «C'è da sperare - aggiunge Moioli - che ciò non comporti un taglio alle risorse».

Autore: 

Franco Irranca

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