Il centro fitness divide la Val Seriana

Sui nuovi spazi per sport e manifestazioni si spacca la società formata da dieci Comuni

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Data pubblicazione: 

27/12/2005
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C'è aria di crisi alla Società impianti polisportivi spa, ossia al centro sportivo «Pietro Radici», di Casnigo. Il 4 novembre scorso si è dimesso l'intero Consiglio di amministrazione presieduto da Pietro Nodari e composto da Arturo Macalli, Romano Guerini, Luciano Castelli e Alessandro Riccardi, anche se presidente e consiglieri continuano a svolgere l'ordinaria amministrazione in regime di proroga.
All'origine della crisi le divergenze tra i Comuni circa il potenziamento del centro che prevede la realizzazione, nella ex palestra, di un'area dedicata al fitness e di nuovi impianti sportivi, tra cui una pista per l'atletica da utilizzarsi per gli allenamenti, e comunque di uno spazio multifunzionale per ospitare manifestazioni. Il costo complessivo dell'intervento è di circa 1.800.000 euro, in parte (360.000) finanziati dallo Stato con un contributo a fondo perduto sulla legge 65/87 (quella dei Mondiali), di cui è beneficiaria la Comunità montana della Valle Seriana, in parte (300.000) garantiti dalla Comunità montana stessa con un finanziamento ventennale e il resto (circa 1.000.000) a carico dei Comuni nella misura di un euro e mezzo per abitante, per vent'anni.
La «grana» è scoppiata al momento in cui, dopo l'approvazione unanime del progetto, nel luglio del 2004 da parte delle dieci amministrazioni comunali facenti parte della società, si è passati a deliberare l'aumento di capitale sociale per superare un ostacolo burocratico relativo al finanziamento dell'opera: il fronte dei sindaci si è spaccato e ha visto contrapposti da una parte i Comuni della Valgandino compatti (Casnigo, Leffe, Gandino, Cazzano e Peia), favorevoli al progetto, dall'altra quelli della sponda destra del Serio (Colzate, Vertova, Fiorano, Gazzaniga) più Cene. Un fronte, quest'ultimo, che non sembra tuttavia granitico come il primo se è vero che Gazzaniga, il primo a eccepire sul progetto, avrebbe attenuato la propria contrarietà aderendo a una proposta mediatrice formulata da Vertova e Cene. Dopo fitti scambi epistolari dai toni talvolta polemici, incontri informali e ufficiali, (uno dei quali disertato da quattro dei sindaci dissidenti), Gazzaniga aveva avanzato la seguente proposta: 450.000 euro a carico del gestore degli impianti sportivi (Società Bogazzi); 360.000 di contributo regionale; 300.000 di contributo della Comunità montana; 690.000 a carico dei Comuni, stralciandone 70.000 per la mancata realizzazione della sede della società, da destinarsi, eventualmente, alla sistemazione esterna degli impianti. Ma questa ipotesi non ha trovato l'adesione della Valgandino.

Autore: 

Franco Irranca

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