Una «radiografia» dei punti deboli del sottosuolo

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Data pubblicazione: 

09/08/2005
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Il Consiglio comunale di Gandino ha adottato lo studio geologico del territorio eseguito dalla Gea in aggiornamento a quello redatto nel 1995 e che rappresenta un adeguamento del piano regolatore alle recenti normative in materia.
Si tratta di uno strumento di supporto alla pianificazione comunale messo a punto dai tecnici della Gea, i geologi Sergio Ghilardi, Enrico Mosconi e Alessandro Chiodelli. Prendendo come base di partenza lo studio geologico del 1995, i tecnici hanno illustrato al Consiglio la documentazione cartografica che descrive, sotto il profilo geologico, i tratti salienti del territorio gandinese, in particolare la fragilità geotecnica dell'area urbana, caratterizzata da potenti coltri lacustri limo-argillose che impongono, in caso di costruzioni, l'adozione di fondazioni correttamente dimensionate per evitare cedimenti. È emersa anche la vulnerabilità idrogeologica delle zone culminali della conca della Montagnina e del Campo d'Avene dove le doline presenti costituiscono autentici serbatoi carsici di ricarica delle sorgenti gandinesi, soggette peraltro a rischio di inquinamento in presenza di liquami o di pratiche intensive di concimazione (in zona si registrano d'estate attività di allevamento e di sfruttamento degli alpeggi). È stata poi rilevata la precaria stabilità dei versanti montani più scoscesi, dove più frequente è la possibilità di movimenti franosi. Infine è stato evidenziato che le aree prossimali al torrente Romna sono interessate dal rischio esondazione.
Dallo studio emerge che gran parte del territorio comunale ricade nella classe di maggiore pericolosità (fascia 3 rossa) per la quale vigono prescrizioni più restrittive per quanto attiene agli interventi edificatori, a eccezione del nucleo storico di Gandino che ha esercitato, nel corso degli anni, proprio in virtù delle sue antiche origini, un'azione di progressivo consolidamento dei terreni.
La «carta della fattibilità» rappresenta l'elaborato finale dello studio geologico e fornisce indicazioni in ordine alle destinazioni d'uso del territorio e alle relative limitazioni, alle prescrizioni per gli interventi urbanistici, alle indagini geologiche-geotecniche e idrogeologiche di approfondimento da eseguire.
Alla luce delle analisi svolte attraverso lo studio geologico, è emerso come siano necessari ulteriori studi di approfondimento di carattere idrogeologico per una miglior gestione e tutela delle acque sorgive di captazione - studio peraltro in corso per conto del Consorzio territorio ambiente della Valgandino (ovvero il depuratore) - e verifiche di carattere idraulico volte all'individuazione dei punti di maggiore criticità nell'ambito torrentizio del Romna e nelle aree ad esso limitrofe, per poter poi predisporre interventi di salvaguardia delle strutture e infrastrutture esistenti, orientando così, nel contempo, anche la pianificazione.

Autore: 

Franco Irranca

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