Tessile, la strada per i piccoli è associarsi

Indagine promossa dalla Provincia in Val Seriana. Con Basilea 2 credito negato a molte aziende Capetti: la scommessa è il cambio di mentalità, a settembre il tavolo istituzionale per la valle

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26/07/2005
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I piccoli produttori del tessile della Valle Seriana hanno buone capacità imprenditoriali e prodotti di qualità, ma non riescono ad acquisire nuovi mercati perché le loro aziende sono troppo piccole, ad esempio per sostenere il marketing necessario per proporsi con un marchio di qualità e farsi conoscere dai distributori finali, che possono essere i supermercati o i grandi negozi al dettaglio.
Da qui, e da altre analisi della ricerca «Identificazione dei meccanismi value chain (catena di valore, ndr) e di prodotto per il settore tessile», nasce la proposta di associarsi e creare un consorzio per essere più competitivi. L'obiettivo è risparmiare sui costi attuali, la stima è di un 20-30% in meno, liberando risorse per investire, e avere più forza su tutti i fronti. Ad esempio, per spuntare in banca tassi d'interesse più favorevoli sugli affidamenti, con miglioramenti che potrebbero andare dai due punti percentuali in su dal 7,5% medio attuale, o ancora fare marketing di prodotto, pubblicità e brevetti, sviluppare marchi, fare lobby per andare a raccogliere i finanziamenti dove ci sono, mentre sul fronte dei costi il consorzio consentirebbe di razionalizzare voci come le spese di gestione amministrativa o di trasporto o delle strutture informatiche.
La ricerca e la proposta di costituire un consorzio sono stati presentati ieri sera a Leffe in un incontro con il Comitato dei piccoli imprenditori tessili della Valle Seriana. Ne fanno parte 70 aziende, per buona parte della Val Gandino e per il resto distribuite fra Albino e Ponte Nossa. Una ventina di queste, rappresentative di tutta la filiera, con un organico fino a 20 dipendenti, hanno accettato di partecipare all'indagine promossa e finanziata dalla Provincia e condotta da Corrado Faletti, docente all'Università di Bergamo e fino al 2004 anche direttore dell'Osservatorio delle Pmi. Dall'analisi, che per 14 aziende ha potuto prendere in considerazione anche i bilanci degli ultimi quattro anni, sono emersi punti di forza, debolezze e soluzioni.
I punti chiave per il futuro, spiega Faletti, sono accesso ai mercati, al credito e alle idee, tenendo ben presente, per quanto riguarda il credito, che il 2005 è l'anno fondamentale per arrivare preparati all'appuntamento con i criteri di Basilea 2, che saranno applicati dal gennaio del 2007, ma sui bilanci di quest'anno. Dall'indagine, dice Faletti, emerge che «oltre la metà delle imprese avrebbero grosse difficoltà di accesso al credito con i nuovi principi e un quarto delle Pmi (piccole e medie imprese, ndr) avrebbero addirittura chiusi i fidi nel 2006. Il 2005 è un anno decisivo, anche per pensare assetti societari nuovi». Ad esempio, passando dalla società in nome collettivo alla società a responsabilità limitata. Quanto ai mercati, Faletti utilizza un concetto: anziché delocalizzare, che sarebbe peraltro difficile per le piccole imprese, si deve «declientelizzare», ovvero inserirsi in nuove linee di produzione e acquisire nuovi mercati. In sei anni, infatti, le aziende hanno sempre gli stessi clienti. «L'ingresso di nuovi è estemporaneo, ma questo è pericoloso su questa filiera», spiega Faletti. «Da soli non riescono ad andare sul mercato. L'unica via è aggregarsi per le funzioni di base».
Il consorzio, appunto, che non vuol dire fondersi, ma collaborare mentre ciascuno continuerà a gestire il suo business. Faletti e l'assessore provinciale al Lavoro Giuliano Capetti, intervenuti ieri sera, lo precisano subito, ben sapendo che associarsi è una sfida. «La scommessa è il cambio di mentalità - dice Capetti -. In una provincia dove l'abitudine a unirsi non c'è, questi imprenditori hanno avuto la felice intuizione di costituire un comitato e di mettersi anche in gioco accettando di partecipare alla ricerca». L'augurio è che ora ci sia il coraggio di fare un passo in più per aggregarsi. La Provincia è pronta a seguire tutte le fasi successive del progetto, con la disponibilità di Faletti a realizzare un piano industriale per il consorzio, con definizione di statuti, regolamenti e previsioni di spesa.
In attesa di capire che ne sarà di questa proposta, Capetti rilancia il tavolo istituzionale per la Valle Seriana: «Lo costituiremo a settembre, con gli enti locali e le parti sociali». Si riproporrà in sostanza quanto fatto per la Valle Brembana, venendo incontro alle sollecitazioni arrivate dal territorio, sulle quali la Provincia si era già impegnata.

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Silvana Galizzi

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