Riparte la rivoluzione della gestione metano

27 Comuni fondano Unigas

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Data pubblicazione: 

20/05/2005
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Dopo la Blue Meta varata nel 2003 con 19 Comuni aderenti, sta per partire Unigas. Il varo è previsto per la fine di giugno e raggrupperà in partenza 27 Comuni, fondendo ben 13 società di distribuzione e gestione della rete del metano. Cosa ne può venire di buono ai cittadini che il metano lo usano ogni giorno? "Il mantenimento delle tariffe aumentando i margini di entrata per i Comuni. L’intento è quello di mantenere i margini di utile delle società di gestione (nel nostro caso la Unigas) abbassando i margini delle società di vendita (nel nostro caso la Blue Meta)". Sembra una contraddizione: "Saranno le economie di scala a permetterlo". A parlare è chi questa nuova società, l’Unigas, l’ha fatta crescere e adesso aspetta il momento della firma.

Una faticaccia per Antonio Pezzotta, l’ex assessore clusonese: "Almeno 75 incontri, calcolare tutto per tradurlo in quote in un’unica società, da 13 che erano. Siamo partiti dal calcolo dei valori al 31 agosto del 2004 e adesso, prima della firma finale, li abbiamo aggiornati ai valori del 31 dicembre. Mentre per una società di vendita, come la Blue Meta, era facile fare i calcoli, qui subentrano anche patrimoni immobiliari, una faticaccia, ognuna delle 13 società aveva una sua storia".

Per capire cosa stia succedendo bisognerebbe raccontare di nuovo la legge (cosiddetto decreto Letta, poi Marzano) che ha scombussolato tutto il sistema metano.

Per darvi una mano (!) cerchiamo di riassumere le indicazioni della legge: 1) la proprietà delle reti di distribuzione deve essere di proprietà pubblica; 2) la distribuzione e la gestione devono essere affidate a società con dimensioni precise: o superano i 100 milioni di metri cubi di metano distribuito (e possono essere interamente pubbliche, come sarà l’Unigas) o hanno il 40% di capitale privato; 3) Una società diversa per la vendita, che insomma vende il metano alla società che poi lo distribuisce e gestisce la rete di proprietà dei Comuni (per esempio, nel nostro caso la Blue Meta). Complicato, eh? Eppure quanto pagheremo il metano dipenderà dagli assetti societari di chi lo vende e di chi lo distribuisce. Entro il 2007 (ma forse ci sarà la proroga di un anno) tutte le reti dovranno essere in mano pubblica. Questo vuol dire che i Comuni, attraverso calcoli complicatissimi, nel caso non lo fossero già, entreranno in possesso dei "tubi", insomma della rete distributiva. A questo punto faranno l’asta per dare queste "reti" in concessione.

Chi vince l’asta gestisce la distribuzione. Ma ci sono scadenze diverse di concessione in atto: tutte verranno appunto interrotte d’imperio entro la fine del 2007, anche qui con complicati calcoli di rescissione.

Ecco l’Unigas nascere come società di cui fanno parte 27 Comuni e anche la Provincia (che aveva una partecipazione in una delle 13 società che saranno soppresse, la Cogeide di Caravaggio: ma c’è anche un privato, la Cart srl dell’Ing. Rota, che nella fusione avrà circa il 7% della nuova società Unigas). I Comuni riuniti sono quelli che avevano una gestione diretta della distribuzione e che sono stati posti davanti alla scelta se far entrare un privato (al 40%) o raggiungere un quota di distribuzione di gas oltre i 100 mila metri cubi.

Quindi ci si mette insieme. I Comuni sono: Albino, Alzano Lombardo, Calusco, Caravaggio, Cazzano S. Andrea, Cene, Fiorano al Serio, Gandino, Gazzaniga, Misano, Mozzanica, Nembro, Pagazzano, Parre, Pognano, Ponte Nossa, Pradalunga, Premolo, Clusone, Piario, Sotto il Monte, Spirano, Suisio, Treviglio, Valbrembo, Villa d’Adda, Villa d’Ogna. Restano alcuni Comuni che hanno una gestione diretta e potrebbero cogliere l’occasione di entrare con l’Unigas (molti altri Comuni sono già in società di distribuzione e gestione autonome, come l’Asm di Brescia che ha appena acquisito la Bas di Bergamo o la Valcavallina Servizi).

La nuova società servirà circa 75 mila utenti per 8 milioni di euro di fatturato, di cui 2 milioni 850 mila euro corrisposti ai comuni, un utile lordo di 1.750.000 euro che potrà essere distribuito secondo le quote dei comuni, con 130 milioni di metri cubi di gas distribuiti. Ma quando tutti i Comuni emetteranno i bandi di gara per le nuove concessioni bisognerà farsi trovare pronti. Vi ricordate quel film dove tutti i pionieri partono in linea, chi a cavallo, chi sul carro, per arrivare primi a piantare una bandierina sui lotti da assegnare? Sì, si annuncia una specie di assalto all’ovest. E bisognerà essere grandi e forti a sufficienza. Pezzotta conclude: "Le società di vendita devono allargarsi il più possibile per essere competitive, è il caso della Blue Meta. Mentre per le società di gestione, come sarà l’Unigas, l’ideale sarebbe al massimo un ambito provinciale".

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