Il calice del Papa era “gandinese”

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Data pubblicazione: 

08/04/2005
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Il Papa solleva il calice “gandinese”

La comunità di Gandino ha accolto commossa la notizia della morte di Giovanni Paolo II, anche in virtù di alcuni legami importanti che si sono succeduti nel corso del Pontificato.
Nel 1981, durante la visita a Bergamo e Sotto il Monte, il Papa utilizzò nelle celebrazioni un calice, una pisside ed altri accessori in argento conservati nel Museo della Basilica di Gandino.
Nello stesso Museo, nella sezione Presepi, è conservato un presepe brasiliano donato da Giovanni Paolo II alla comunità di Gandino, per mezzo di Mons. Lorenzo Frana (gandinese), ambasciatore della Santa Sede presso l’UNESCO a Parigi.
Giovanni Paolo II nel corso del suo pontificato ha inoltre ordinato due Vescovi nativi di Gandino: mons. Angelo Gelmi (vescovo di Cochabamba in Bolivia) e mons. Luigi Bonazzi, da circa un anno Nunzio Apostolico a Cuba, dove Giovanni Paolo II compì uno storico viaggio nel 1978.
Inoltre va sottolineato che un altro gandinese, don Paolo Rudelli, è segretario della Nunziatura Apostolica di Varsavia in Polonia, la terra natale del Papa. Gandino diede in passato i natali al Beato Papa Innocenzo XI (la madre era una Castello di Gandino, il padre comasco).
Un profondo legame che continua nel tempo.

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