Immigrazione, crisi del tessile e degli esercizi commerciali

Intervista al sindaco Gustavo Maccari

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Data pubblicazione: 

05/11/2004
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Signor Sindaco, innanzitutto vorrei mi parlasse dei progetti dell’amministrazione comunale portati a termine. "A parte l’ordinaria amministrazione (manutenzione delle strade, asfaltature…), il progetto più importante per il momento riguarda la costruzione della palestra comunale in collaborazione con il comune di Cazzano S.Andrea. E’ stato da poco raggiunto l’accordo con i privati per la cessione dei terreni sui quali la palestra verrà realizzata, traguardo notevole, considerando che il progetto iniziale è stato messo in campo una trentina di anni fa". Quali sono i rapporti con la minoranza? "La minoranza si pone nei confronti della maggioranza con uno spirito combattivo; nonostante questo, la maggioranza cerca comunque un rapporto il più costruttivo possibile, considerando ovviamente che se le posizioni opposte derivano da una strategia predefinita, diventa difficoltoso giungere ad una discussione proficua e ad accordi comuni".

Qual è la situazione dell’immigrazione a Gandino e soprattutto a che punto è l’integrazione di queste persone? "Nel comune di Gandino sono presenti circa 200 immigrati, per i quali lo scorso anno è stato sperimentato un corso di alfabetizzazione, che ha permesso un avvicinamento e la creazione di un rapporto diretto. Quest’ anno, dopo la modifica dello statuto, è stata approvata una consulta per gli stranieri, con una risposta decisamente positiva da parte degli immigrati.

L’approccio che l’amministrazione si pone è quello di una chiara conoscenza dei diritti e dei doveri che appartengono loro in quanto cittadini del comune. L’integrazione deve passare necessariamente attraverso la conoscenza della nostra lingua, fattore che migliora sicuramente la convivenza… Anche per quest’anno verrà ripetuto il percorso di alfabetizzazione, forse in accordo con una cooperativa, con la possibilità di frequentare corsi che diano accesso al diploma di scuola media inferiore. Anche questo elemento può essere un notevole fattore di integrazione con il resto del paese, obiettivo che deve essere necessariamente perseguito.

A questo proposito è curiosa la posizione della minoranza, la quale inizialmente aveva considerato inutile la creazione della consulta e si mostrava favorevole alla possibilità di concedere il voto anche agli extracomunitari. La posizione risultava sorprendente soprattutto per l’appartenenza politica della minoranza (Lega Nord - ndr), ma alla richiesta di una delibera da discutere poi con l’amministrazione, il discorso non ha avuto seguito, quindi ciò è apparso come un modo per opporsi alla creazione della consulta, e probabilmente aggirare la discussione".

La crisi dell’economia in Val Seriana e del tessile in particolare… "E’ un grosso problema poiché la valle ha sempre, almeno prioritariamente, lavorato con l’industria tessile; le amministrazione hanno tentato di fare qualcosa per risolvere il problema: anche Gandino ha promosso un convegno a riguardo e prossimamente un concittadino consulente in Romania sarebbe disponibile a prestare la propria collaborazione ad aziende che necessitino di un aiuto in tal senso.

Comunque il problema rimane: l’esportazione della produzione all’estero risolverebbe soltanto i problemi dei datori di lavoro, ma gli operai perderebbero l’occupazione e la situazione economica non farebbe altro che peggiorare. Il problema è ovviamente legato a una serie di fattori connessi con la globalizzazione; inoltre l’industria tessile, non necessitando di grandissima tecnologia, si sviluppa in fretta anche nei paesi sottosviluppati. In questo senso non si può non considerare la questione Cina. Essa sta progredendo enormemente, tanto che potrebbe diventare, nell’arco di pochi anni, una tra le potenze mondiali, addirittura la seconda".

La situazione è piuttosto complessa. Non possiamo definire la Cina uno Stato democratico, in assenza dei diritti basilari di rappresentanza… "Dobbiamo partire però dal presupposto che anche noi italiani ci ponevamo, cinquant’anni fa, in concorrenza con stati anche vicini, e con modalità non del tutto regolari. Da ciò potremmo dedurre che abbiamo a che fare con cicli storici contro i quali possiamo fare poco se non far ricorso alla tipica capacità di adattamento degli italiani che permette di emergere anche in situazioni notevolmente complesse".

Cosa ne pensa del futuro dei piccoli esercizi commerciali? "La concorrenza creata dai grandi esercizi commerciali è sicuramente eccessiva ed è difficile conciliare i prezzi che la grossa distribuzione può mantenere con i prezzi che i piccoli commercianti sono necessariamente obbligati ad imporre. Da una parte bisognerebbe far di tutto per mantenere i piccoli esercizi, i quali rappresentano il tessuto del paese; dall’altra si manifesta comunque il pericolo che i cittadini dei piccoli paesi si rechino poi nei centri più grossi per effettuare i propri acquisti, quindi il problema appare di difficile soluzione.

L’amministrazione cerca di difendere le piccole attività: di recente non è stato rilasciato un permesso per l’apertura di un supermercato. Ma dobbiamo considerare come il problema si ponga poi di nuovo quando il permesso viene rilasciato dai comuni limitrofi"

Autore: 

MIRIAM PERANI

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