Vandali contro il phone center per immigrati

Infranti i vetri. Ma il paese reagisce, sulla porta un biglietto di solidarietà: «Chi lavora va rispettato»

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Data pubblicazione: 

01/08/2005
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Le vetrate del phone center a Gandino infrante dai vandali. Alcuni residenti hanno lasciato un messaggio di solidarietà

Un episodio dai risvolti inquietanti si è verificato poco prima dell'alba di ieri a Gandino: i vandali hanno infranto a sassate i vetri delle finestre di un phone center in corso di allestimento, gestito da un extracomunitario residente in paese.
Il gesto teppistico è accaduto verso le 4 di mattina, in via Cazzaniga 2, nel centro storico del paese. La postazione telefonica pubblica per chiamate internazionali verrà aperta mercoledì e, proprio in vista dell'inaugurazione, erano in corso i preparativi per renderla operativa. L'episodio non ha avuto testimoni diretti, ma l'inquilino che abita al piano superiore dello stabile ha riferito alle forze dell'ordine di aver sentito delle voci di persone che parlottavano in strada e che si sono allontanate subito verso la vicina via Castello.
Ma solo al mattino si è reso conto di quanto era accaduto, e cioè delle due finestre i cui vetri sono stati infranti con il lancio di alcuni cubetti di porfido raccolti sul posto, dove sono in corso, da parte del Comune, lavori di rifacimento della pavimentazione. Del fatto sono stati avvertiti i carabinieri della locale stazione, intervenuti per i rilievi e le indagini. Ai militari si è rivolto, per sporgere denuncia nei confronti di ignoti, anche Hafid Abouleil, 44 anni, cittadino marocchino, gestore del phone center danneggiato e del Bazar Gandino, dove vende articoli artigianali.
Dice Abouleil: «Risiedo a Gandino da un anno e svolgo il mio lavoro nel bazar onestamente. Il paese mi piace ed è abitato da brava gente. Nei miei confronti non c'è mai stato atteggiamento ostile da parte di nessuno. Per questo mi sorprende il gesto compiuto dagli sconosciuti. Ma io vado avanti per la mia strada e non ho paura di nessuno».
Nei confronti di Hafid Abouleil, vittima dell'atto vandalico, è scattata la solidarietà dei gandinesi. Sulla porta del phone center è stato affisso un biglietto in cui si legge: «Chi lavora e rispetta la legge va rispettato. Chi ha fatto questo non è né italiano né lombardo. È solo un teppista». Il foglio è firmato: un gruppo di gandinesi per bene.
Scartata l'ipotesi di una spaccata a scopo di furto, rimane quella di un gesto vandalico «che - commenta il sindaco Gustavo Maccari - voglio sperare non sia riconducibile a manifestazioni di razzismo, ma si tratti di una semplice bravata che mi auguro rimanga isolata. I gandinesi veri non si identificano con gli autori di quel gesto».
A Gandino vive una folta colonia di extracomunitari formata da 232 persone di varia nazionalità, occupate nelle aziende della Valgandino. Il Comune, per favorirne l'inserimento e l'integrazione, ha istituito quest'anno anche una consulta degli stranieri formata da 6 rappresentanti eletti dagli extracomunitari residenti in paese.
Il gesto dell'altra notte appare quindi un episodio isolato che non appanna il senso di ospitalità manifestata dai gandinesi in ogni tempo (vedi quella offerta agli ebrei perseguitati nell'ultima guerra) nei confronti degli stranieri considerati, tra l'altro, una forza lavoro preziosa per la zona.

Autore: 

Franco Irranca

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