«Una casa in dono ai nostri figli disabili»

Ormai pronti gli alloggi nelle vecchie scuole di Cirano, opera del gruppo di genitori «Ge.di.»

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Data pubblicazione: 

22/11/2007
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Il cantiere per gli alloggi dei disabili a Cirano, con i genitori del gruppo «Ge.di.»
È in dirittura d'arrivo in Val Gandino il progetto «Genitori in cammino», portato avanti dal locale gruppo «Ge.di.» (Genitori disabili), che presto vedrà avverarsi il sogno coltivato da anni: la realizzazione, nelle vecchie scuole elementari di Cirano, di una struttura con residenze protette per disabili.
Il gruppo «Ge.di.» è nato nel 1981, dopo una serie di incontri che hanno messo in luce la necessità di unire le forze e le istanze delle famiglie della zona con figli portatori di disabilità a vari livelli. Ne fanno parte una ventina di famiglie.
«Il primo statuto è stato steso nel 1989 – spiega il coordinatore Adriano Bosio – e dal luglio 2002 l'associazione ha ottenuto la qualifica di onlus, facendo propri obiettivi costitutivi l'essere interlocutori affidabili per le istituzioni e punto di riferimento per le famiglie. Da alcuni anni curiamo direttamente le pratiche di interdizione dei ragazzi, presentandole al presidente del Tribunale, senza ricorrere a un avvocato, evitando spese alle famiglie. Nel 2003 il gruppo ha ultimato la ristrutturazione della cascina Roerò, alle pendici del monte Farno (non lontano dal santuario della Madonna d'Erbia a Casnigo, ndr) ottenuta in comodato d'uso e in seguito utilizzata come punto di incontro per attività ricreative. Nel 2004 è stata avviata un'attività di tempo libero con un "Progetto di avvicinamento al mondo agreste" per gruppo di 8/10 ragazzi disabili, che consiste nell'accudire asini e cavalli e nella coltivazione di ortaggi in serra. Nello stesso anno è stato acquistato un pulmino attrezzato, grazie al contributo della Fondazione della Comunità bergamasca onlus e di altri enti e privati della Valgandino».
Ora è alle battute conclusive la scommessa più grande: quello che genitori e figli del gruppo chiamano «il sogno».
«Nel 2004, abbiamo raccolto le istanze sollevate dai genitori preoccupati del futuro dei propri figli quando sarebbero venuti a mancare loro. Tutti eravamo molto colpiti da una frase ricorrente: "Vorrei che mio figlio morisse con me". Per questo abbiamo affrontato con decisione il tema del "dopo di noi".
Si è deciso che sarebbe stato bello realizzare dei piccoli appartamenti da mettere a disposizione dei ragazzi meno gravi, che non hanno più i genitori o che decidono di andare ad abitare da soli, come tutti i giovani della loro età. Siamo stati stimolati dall'idea di costruire un progetto con il contribuito dei genitori ancora in vita, in modo da recepire i loro suggerimenti e le loro aspettative, dando loro la possibilità di vedere il figlio inserito in un percorso condiviso. Inizialmente era sembrato possibile concretizzare il nostro sogno a Leffe, vicino alla casa di riposo, nel complesso immobiliare della ex fabbrica Radici di via Albertoni. L'ipotesi è sfumata, ma abbiamo trovato una concreta ed entusiasta disponibilità da parte del Comune di Gandino. La scelta del vecchio immobile delle scuole elementari di Cirano ci è parsa molto interessante, perché è in una piccola comunità molto unita e accogliente, nel centro storico del paese e nelle vicinanze dell'oratorio, della chiesa e degli esercizi commerciali».
Il progetto prevede la realizzazione di una sala ad uso comune (per pranzare in compagnia e vivere il tempo libero) e di quattro appartamenti. Al seminterrato, lavanderia e garage collegato ai piani superiori con un ascensore.
L'accordo con il Comune, guidato dal sindaco Gustavo Maccari, ha previsto anche la ristrutturazione del piano terra (che resterà a uso pubblico), nel quale sono stati ricavati gli spazi necessari all'ambulatorio medico e alla sala civica della frazione di Cirano.
Il gruppo «Ge.di.» si è fatto carico dei costi di ristrutturazione, grazie a contributi stanziati da Asl (200.000 euro) e Fondazione Cariplo (250.000 euro).
«La conclusione dei lavori è prevista per fine anno, e entro primavera 2008 potremmo inaugurarli. Per coprire i costi (finiture e arredamento, ndr) dobbiamo affrontare uno sforzo finale di oltre 90.000 euro. Una cifra importante, che speriamo di coprire con l'aiuto di persone di buona volontà».
Chi volesse dare una mano, può fare dei versamenti sul conto corrente del gruppo «Ge.di.» al Credito Bergamasco di Vertova (c/c 1999 - ABI 03336 CAB 53710). Trattandosi di onlus, sarà rilasciata regolare ricevuta fiscalmente deducibile, sia dalle persone fisiche sia dalle società.

Autore: 

Giambattista Gherardi

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