Gandino prepara la riscoperta della storica «via dell'acqua»Lavori grazie ai fondi del Gal
Sono state avviate negli ultimi mesi a Gandino le fasi preliminari di un articolato cantiere che porterà al pieno recupero degli antichi condotti della Valle Concossola, un tempo vitali per gli opifici del fondovalle e località balneare «sui generis» per i ragazzi di qualche decina di anni fa.
«Grazie al Gruppo di azione locale 4 delle Valli e dei laghi – spiega il sindaco Gustavo Maccari – abbiamo ottenuto un finanziamento di circa 240.000 euro, che comprende interventi anche nei comuni di Peia, Leffe e Casnigo, capofila del progetto». I lavori partiranno a breve, ma una prima fase preparatoria è stata già ultimata, grazie alla disponibilità di numerosi volontari, fra i quali i rappresentanti di Protezione civile Antincendio Valgandino, alpini, fanti e Pescasportivi '77. È stata realizzata una prima opera di bonifica dei luoghi, in più punti resi inaccessibili da degrado e sterpaglie.
«L'acqua – spiega Ivan Moretti, che segue la parte progettuale di tutti gli interventi – era elemento primario e indispensabile per le tante industrie tessili poste lungo il torrente Romna e la Valle Concossola. L'approvvigionamento idrico era assicurato da un antico condotto, un'opera di ingegneria non comune. L'intervento intende recuperare ponti e canali creando un percorso didattico, ma anche un itinerario suggestivo per escursionisti, evidenziando le potenzialità di una zona che comprende anche il laghetto Corrado, le antiche sorgenti, la Val Busa, aziende agricole e agrituristiche, e pure l'antica Tintoria degli Scarlatti, dove furono tinte le divise dei Mille di Garibaldi».
Percorso didattico
Grazie ai lavori di bonifica è stato riportato alla luce l'antico ponte-canale sulla roggia Concossola, ben indicato nelle antiche tavole progettuali redatte nel 1889 dall'ingegner Giuseppe Crespi e nei rilievi del 1965 degli ingegneri Luigi e Mario De Beni di Bergamo. Il percorso si sviluppa per circa 650 metri, a senso unico di percorrenza, partendo dalla sorgente Concossola e attraversando anche la valle che scende dal Campo d'Avene. I visitatori cammineranno sopra un grigliato zincato con barriera di protezione e, per alcuni tratti, direttamente all'interno della condotta.
«Il Comune – sottolinea Maccari – ha già intrapreso contatti con i proprietari dell'antico Lanificio Testa al fine di poter proseguire in futuro il percorso didattico attraverso la condotta forzata che conduceva l'acqua ai locali dove era operativa la grande turbina Riva Monneret (ancora esistente) e dove sono tuttora presenti reperti di archeologia industriale».
Previsti pure altre interventi: grazie alla misura 313 del bando del Gal, Casnigo valorizzerà «la via ‘e ‘la Barbada» che dal centro abitato scende verso il Serio. A Peia si lavorerà per la riqualificazione della pozza del Lino nella zona di Poiana, luogo di scambio fra mercanti lanieri sin dal XV secolo. La pozza sarà ridimensionata e adeguata per consentire il ripopolamento della fauna e l'abbeveramento di mucche e cavalli. Leffe ha pianificato la valorizzazione didattica di un'area di circa un ettaro che sul monte Croce, toccando anche il comune di Bianzano, è ricca di doline, depressioni tipiche del terreno che danno origine a conche chiuse attraverso le quali l'acqua viene assorbita in vie sotterranee. L'importo complessivo dei lavori è di 240.000 euro.
Si recupera pure l'antica «ciodera»
Oltre al progetto relativo all'antico condotto, altri due stabili nel fondovalle di Gandino saranno presto recuperati. È stata infatti confermata da parte del Comune l'acquisizione in comodato d'uso per 99 anni dell'antica «ciodera» Torri, ultimo reperto di archeologia industriale di questo tipo ancora presente in valle e fra i pochissimi in Italia.
Nell'ambito dell'accordo è stata recuperata anche un'antica turbina, da qualche tempo esposta al pubblico nell'area verde di piazza XXV Aprile. L'acquisizione in comodato della ciodera è stata resa possibile da un finanziamento di 100.000 euro del Gruppo azione locale 4 delle Valli e dei laghi, che gestisce fondi regionali e comunitari, cui si è aggiunto uno stanziamento (per il residuo 30%) del Consorzio Bim. La sistemazione dell'edificio, con il rifacimento del tetto, dovrebbe consentirne l'utilizzo per iniziative culturali e quale percorso didattico e museale.
La ciodera fu utilizzata fino a qualche decennio fa per la stesura e l'asciugatura dei pannilana di cui Gandino, fin dal 1400, fu produttore fiorente. «Le ciodere – spiega Gustavo Picinali, incaricato del progetto di recupero insieme a Fernando Spampatti – erano di fatto stenditoi esposti a Sud. La struttura alla quale venivano fissati i pannilana, mediante chiodi, era di legno con aste orizzontali mobili». Destinata al pieno recupero funzionale anche la Cascina Concossola, a pochi passi dal laghetto Corrado. Grazie al ricavato della vendita della Cascina Gervas, perfezionata negli ultimi mesi, il Comune finanzierà un primo intervento di manutenzione straordinaria.