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«Il presepe è un’occasione di incontro, di condivisione, di speranza attraverso il dialogo della bellezza».
Restano di strettissima attualità (nonostante risalgano al secolo scorso) le parole con cui mons. Lorenzo Frana, prelato gandinese morto nel 2005, approfondiva con un articolato saggio in lingua francese origini e significato degli allestimenti della Natività che, in ogni angolo del mondo, ricordano la nascita di Gesù. Frana fu nominato nel 1975 Osservatore Permanente della Santa Sede all’Unesco a Parigi, nel ruolo che fu per primo assegnato nel 1952 ad Angelo Roncalli, allora nunzio nella capitale francese. In quel ruolo monsignor Frana ebbe modo di raccogliere centinaia di presepi delle più disparate provenienze, dall’inestimabile valore artistico e culturale.
Questo suo studio, insieme a 150 fotografie delle splendide composizioni che oggi formano a Gandino il Museo dei presepi, è alla base del volume «L’arte dei presepi», edito dal Museo della Basilica di Gandino con i tipi di Radicidue, il patrocinio dell’Associazione Italiana Amici del Presepio e il sostegno di Ubi - Banca Popolare di Bergamo. Quest’ultima ha anche promosso la mostra che in città, nel chiostro di Santa Marta, in piazza Vittorio Veneto, propone fino al 6 gennaio una ventina dei capolavori custoditi a Gandino.
Al di là dell’indubbio valore artistico della raccolta (che arriva a contare oltre 500 presepi), vanno evidenziati il senso di ricerca e universalità che monsignor Frana riscontrava nelle varie composizioni e nella loro capacità di esaltare le culture di ogni Paese nel nome di un unico Salvatore. «Il presepio – scriveva mons. Frana nella prefazione - è una cultura che tocca nel profondo il credente, la sua fede, la sua devozione, i suoi sentimenti, portando l’essere umano a riflettere, se vuole, sui legami dell’amore per la famiglia, sul mistero del dono e dell’accoglienza della vita, sui valori di un’esistenza semplice, fondata sulla povertà scelta o accettata per il miglior raggiungimento della vera felicità, al riparo dallo scandalo della miseria. Il presepio è cultura anche perché, attraverso l’arte e l’artigianato, la creatività traduce realtà materiali con il processo di materializzazione delle realtà spirituali e di spiritualizzazione delle realtà materiali, proprio dell’essere umano (…).
Dalle fonti canoniche e apocrife, dalle rappresentazioni plastiche o figurative della Natività nasce dunque il Presepio, attorno al quale i singoli individui e le famiglie riscoprono le realtà più vere e preziose dell’essere umano. Il presepio può essere considerato una scuola di catechesi per genitori e bambini, potenziali buoni catechisti del futuro ». Il testo francese di monsignor Frana è stato tradotto da Gabriella Gelmi; ha coordinato i lavori per il volume Silvio Tomasini, rettore del Museo gandinese, con la redazione del Gruppo Amici del Museo (Eligio Agazzi, Anna Gamba, Francesco Rizzoni), e l’elegante progetto grafico di Fabio Genuizzi e Brian Geraghty. Particolarmente efficaci le fotografie, curate da Marco Presti.
Quest’anno, all’interno del Museo gandinese, è allestita una mostra antologica (con 22 opere) del ceramista Raffaele Boselli, alias Pisello. Nato a Caltagirone (Catania) nel 1937, ha scelto di dedicarsi a terracotta e a terre refrattarie, secondo la tradizione cara all’entroterra siciliano. Docente di Educazione artistica, storia dell’arte e disegno, tenne a Gandino nel 1989 la sua prima mostra monografica. Sue creazioni sono conservate in importanti musei in Italia e all’estero. Il volume «L’arte del presepio » è disponibile presso la mostra omonima (Chiostro di Santa Marta, fino al 6 gennaio) e alla libreria San Paolo a Bergamo, a Gandino presso il Museo dei presepi (aperto ogni sabato e festivi dalle 14 alle 19 fino al 28 febbraio).
Il Museo dei presepi di Gandino, dedicato a San Giovanni Paolo II, è nato per volere di monsignor Lorenzo Frana. A introdurre i visitatori all’esposizione c’è un vero e proprio capolavoro, costituito dalle ante lignee che arredavano l’antica parrocchiale quattrocentesca, in parte demolita per far posto alla basilica attuale. Le pesanti ante, realizzate quasi certamente nel primo trentennio del 1500, facevano parte di un dossale andato perduto. Sul fronte, a superficie liscia, è rappresentata un’Annunciazione dipinta a tempera; sul retro, le quattro formelle intagliate raccontano momenti della vita di Maria: l’Annunciazione, la visita a Santa Elisabetta, la nascita di Cristo e l’adorazione dei Magi.
Fra gli oltre 500 esemplari in mostra a Gandino c’è un presepe ligneo brasiliano donato da Papa Giovanni Paolo II, uno in vetro di Murano e oro zecchino opera di Archimede Seguso e una realizzazione ecuadoregna ottenuta utilizzando un frammento di rarissimo corallo nero. Molti provengono da collezioni private, altri da singoli donatori, i quali durante viaggi in Italia e all’estero hanno voluto contribuire all’arricchimento della sezione museale. È esposta anche una serie di medaglie commemorative sul tema del Natale emesse dalla Zecca di Parigi e una serie di francobolli natalizi.