«Un boato, poi le fiamme: attimi interminabili»

Il racconto dei turisti di Gandino: avevamo sentito strani rumori già al momento dello scalo a Roma

Pubblicato da: 

|

Data pubblicazione: 

29/07/2004
|

Letture: 

1664
L'esplosione del motore destro ha aperto uno squarcio nella carlinga del Boeing 767, che è stato costretto a un rientro d'emergenza a Fiumicino (foto Ansa)

«Eravamo partiti da pochi minuti. All'improvviso si è sentito uno scoppio: nell'aereo si sono spente tutte le luci. Abbiamo guardato fuori dal finestrino e ci siamo accorti che un denso fumo grigio e fiamme provenivano da sotto il velivolo. Sono stati interminabili attimi di paura. Abbiamo pensato che potevamo cadere, che sarebbe finita presto. O, forse, non abbiamo pensato proprio a niente, talmente eravamo terrorizzati».
È ancora spaventata e confusa Gaia Nodari, studentessa di 18 anni di Gandino, mentre si sta imbarcando sul volo che riporterà a Malpensa lei e le altre sei persone del paese della Val Seriana che, nella notte tra martedì e ieri, si trovavano sul volo della East African diretto a Zanzibar e costretto all'atterraggio d'emergenza a Fiumicino dopo l'incendio di un motore. Lei e la sorella Nicole Nodari, di 21 anni, erano, tra i 165 passeggeri, le due sedute più vicino al motore esploso, sul lato destro dell'aereo. Sul lato sinistro c'erano, invece, gli altri cinque bergamaschi: Renato Nodari, imprenditore edile di 51 anni e padre delle due sorelle, i fratelli Amos e Ruben Servagli, di 22 e 21 anni, con la madre, Gianfranca Castelli di 42 anni, e la fidanzata di Ruben, Silvia Ongaro, di 20 anni. I sette erano partiti da Gandino nel pomeriggio di martedì, diretti verso Malpensa per imbarcarsi sul volo S9 1458 delle 20,45 che, dopo uno scalo a Fiumicino alle 21, li avrebbe portati in vacanza a Zanzibar. «Tutto era iniziato bene – racconta Gaia –. In realtà già durante l'atterraggio abbiamo sentito degli strani rumori arrivare dal motore dell'aereo. Infatti quando siamo atterrati a Fiumicino ci hanno fatto attendere parecchie ore dicendoci che erano in corso controlli tecnici. In realtà si sono avvicinate tre persone che hanno guardato il motore con una semplice torcia. Dopo il controllo ci hanno finalmente fatto salire sull'aereo e siamo regolarmente decollati».
Pochi minuti dopo, lo scoppio. «Un boato che io e mia sorella abbiamo sentito molto bene, visto che eravamo le più vicine al punto dell'incendio. Un rumore tremendo che ha fatto sobbalzare l'aereo. Per un istante si sono spente tutte le luci di bordo e abbiamo avuto come l'impressione di cadere. In un istante è stato il panico. La gente era terrorizzata: c'era chi piangeva, chi si disperava. Ma la cosa più assurda, in tutto questo, è che nessuno dell'equipaggio ci ha informato di cosa fosse successo. Sono stati dieci interminabili minuti, durante i quali siamo stati abbandonati a noi stessi. Nessuno ci diceva niente, le hostess erano sparite. Abbiamo pensato di tutto: di cadere, di morire, di schiantarci. Certo, se avessero detto qualcosa all'altoparlante forse ci saremmo tranquillizzati. Invece l'unica comunicazione del comandante è arrivata soltanto qualche istante prima dell'atterraggio. Solo quando ormai eravamo praticamente a terra ci è stato comunicato che saremmo rientrati a Fiumicino con la procedura d'emergenza: non ci hanno nemmeno detto di allacciare la cintura. Una voce ci ha comunicato che saremmo dovuti ritornare al più presto a Fiumicino per un grave guasto a uno dei due motori, ma di stare tranquilli perché l'aereo poteva atterrare anche con un motore solo. Pochi secondi dopo abbiamo toccato terra e, fuori dal finestrino, abbiamo visto i mezzi dei vigili del fuoco. Passati altri minuti, ci hanno fatto scendere».
Ieri sera i sette turisti di Gandino, che avevano prenotato il viaggio tre mesi fa tramite un'agenzia di Bergamo, si sono imbarcati sul volo per Malpensa. «Poi ripartiremo per Zanzibar. Alla nostra settimana di vacanza non rinunciamo».

Autore: 

Fa. Co.

Autore: 

webmaster
|