Tutto esaurito al corso di cucina e l'oratorio diventa gastronomia

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16/01/2008
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Un pranzo in oratorio
Melanzane alla parmigiana, crespelle con trevisana e scamorza, selvaggina in salmì o salmone in crosta? Non c'è che l'imbarazzo della scelta per quanti nelle prossime settimane vorranno gustare le prelibatezze di una gastronomia del tutto speciale: l'oratorio di Gandino.
Prende il via oggi «Cucinare in oratorio», l'iniziativa nata fra le mamme che frequentano il centro giovanile diretto da don Alessandro Angioletti. «Il nuovo oratorio ci consente di avere spazi adeguati per proporre attività nuove – spiega una delle organizzatrici, Alessandra Presti –, così abbiamo pensato di dare il via a questo nuovo corso». Ora a disposizione c'è infatti una cucina funzionale e attrezzata che consente di preparare pranzi per gruppi consistenti. Lo scorso autunno per esempio si è tenuta la «cena internazionale» aperta agli immigrati di tutto il vicariato, grazie alla regia della famiglia Terzi che cura il settore cucina.
Il corso, organizzato dalle mamme, prevede la consulenza di Antonella Franchina, che ha seguito corsi specifici e che già collabora con i volontari del rifugio Parafulmine. «Non vuol essere un corso di alta cucina, ma più semplice un piacevole scambio di esperienze – spiega –, mettendo in pratica tutte insieme i consigli e i segreti che ciascuna ha ottimizzato nel corso della propria esperienza domestica. Gli spazi hanno posto la necessità di limitare a 15 persone il numero di iscrizioni, anche se le richieste sono state molte di più. Per questo attiveremo un secondo corso».
Non mancherà comunque la possibilità di assaggiare i cibi preparati: ogni mercoledì, al termine della lezione che si tiene alle 20,30, ci sarà una cena e per tutti la possibilità di prenotare entro il lunedì precedente anche l'asporto delle vivande, con il ricavato a favore dell'oratorio.
Si parte questa sera: il menù prevede saltimbocca alla romana, tagliatelle alla bolognese, pomodori ripieni di riso, patate e salsa verde. Da non perdere la proposta del 23 gennaio, quando entreranno in campo i tipici «capù», involtini ripieni tanto cari alla tradizione della val Seriana. Per fine mese poi un primo banco di prova: mamme ai fornelli per il «Pranzo di don Bosco». Le lezioni proseguiranno poi fino al 5 marzo.

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G. B. G.

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