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Continueranno anche domani mattina, nella sede Asl di via San Giovanni Bosco a Gandino, i test di controllo per alunni e personale della scuola media dove, alla fine dello scorso anno scolastico, un’insegnante è risultata affetta da tubercolosi polmonare. L’estensione delle verifiche a tutti gli alunni (di Gandino e Cazzano) che fino a giugno hanno frequentato l’istituto, è stata suggerita dai riscontri degli esami effettuati, in un primo tempo, solo sugli alunni delle classi in cui la donna aveva prestato servizio: sarebbero emerse 18 positività al test di Mantoux, che consiste in una piccola iniezione nell’avambraccio, il cui esito viene valutato dopo tre giorni. Va sottolineato che la positività al test è indice di un contatto pregresso del paziente col batterio della tubercolosi o con la tossina iniettata (esempio vaccinazioni) ma non prova la malattia.
L’impegno di Asl e scuola è improntato alla massima serietà, per evitare allarmismi, garantendo tutti i necessari controlli. Secondo un documento del ministero della Salute nel 2010, «fino agli anni ’80 si è avuta una progressiva riduzione dell’incidenza della tubercolosi in Italia, mentre negli ultimi venti anni il trend è stato sostanzialmente stabile». L’insorgere di nuovi casi è dovuto secondo il ministero «al fatto che è divenuta una patologia rara nella popolazione generale e di conseguenza l’attenzione al problema, il grado di sospetto diagnostico, le competenze specialistiche sono divenute meno diffuse».
Non è comunque escluso «che il progressivo aumento dei casi in persone immigrate da altri Paesi ha comportato problemi nuovi nella gestione di questa patologia». Come segnalato nei giorni scorsi, un ulteriore caso di tubercolosi in Bergamasca (con relativo ricovero di un immigrato del Gambia) è stato riscontrato nella comunità-rifugio Valpiana sui Colli di San Fermo, a Grone. Anche in questo caso sono scattati i test da parte dell’Asl.