Tre generazioni di ostetriche dalla Valgandino a Seriate

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Data pubblicazione: 

26/07/2005
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Pasqua Mignani, Caterina Bagardi, Anna Zilioli. Nonna, mamma e figlia. Tre generazioni, ma un unico destino e una grande passione che poi è diventata lavoro: fare l'ostetrica. «È un lavoro splendido il mio. La nascita di un bambino mi fa gioire ancora, come fosse la prima volta. Dico sempre alle mie colleghe: in nessun altro posto c'è qualcosa di bello come da noi, nel nostro reparto, dove nascono i bambini e noi partecipiamo all'evento». Anna Zilioli, sposata, tre figli, è capostetrica del reparto di Ostetricia all'ospedale di Seriate. È diventata ostetrica, frequentando corsi di specializzazione parauniversitari. «Adesso si diventa ostetriche con un corso di laurea di tre anni – spiega Anna mentre mostra la sala parto che fra qualche mese lascerà per trasferirsi in una nuova, più grande e attrezzata, che sta sorgendo con il nuovo ospedale di Seriate –. Nell'ultimo anno sono nati qui 1.400 bambini». E sorride orgogliosa: «Li facciamo nascere noi – spiega –, solo se ci sono problemi più seri interviene il medico».
La storia di questa famiglia di ostetriche ha inizio negli Anni Trenta in Valgandino, dove Pasqua Mignani faceva l'ostetrica. Trent'anni di onorata professione. Era la nonna di Anna. Ed era ostetrica anche Caterina Bagardi, figlia di Pasqua e mamma di Anna. Caterina muore nel 1984 a soli 57 anni. «Era l'ostetrica di tutti, la chiamavano tutti, e lei andava dove c'era bisogno – racconta Anna –. In Valgandino se la ricordano ancora». Andava ovunque nei paesi della Valle: Gandino, Casnigo, Cazzano, Peia, Leffe. Era l'ostetrica condotta. «Mi diceva che una volta – aggiunge Anna – si è presentata una donna con le doglie, ma anche con il mal di denti. Mia mamma, prima le ha tolto il dente e poi ha fatto nascere il bambino». Ostetrica e dentista, mamma Caterina. Una vita passata fra culle e biberon negli Anni Cinquanta. In Valgandino aveva organizzato alcune stanze nei ricoveri per anziani, dove andava a far nascere i bambini di chi scendeva dalle cascine sperdute in montagna. Quando hanno aperto la Maternità all'ospedale di Gazzaniga la musica cambiò. Come abbia voluto diventare ostetrica, Anna non lo sa. Forse è stata quella mattina di tanti anni fa: era piccola e vide che in bagno c'era la mamma che lavava una creaturina appena nata. Forse è stato lì. «Mia mamma mi diceva di aver fatto nascere circa cinquemila bambini in trent'anni di professione».
Un'associazione di mamme ha riconosciuto il lavoro, l'operato, la passione e la competenza di Caterina Bagardi e le ha dedicato una targa all'ospedale di Gazzaniga. Anna ha tre figli, cosa faranno non lo sa: «Scelgano loro», dice. E torna affabile e sorridente in reparto, dove potrebbe arrivare da un momento all'altro una nuova mamma pronta a mettere al mondo la sua creatura. E lo sguardo si perde fuori dalla finestra, a quella costruzione gigantesca che sta sorgendo, dove ci saranno sale più accoglienti per le mamme e un'organizzazione moderna ed efficiente «perché in uno stesso ambiente – racconta con soddisfazione –, ci saranno tutti i servizi sanitari che servono a una mamma: l'ostetricia, il nido, la patologia neonatale, la terapia intensiva neonatale, la chirurgia ginecologica, l'oncologia legata alla ginecologia, le sale parto e la degenza delle mamme partorienti».

Autore: 

Emanuele Casali

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