Tradizione e fantasia nel folk degli Harem Scarem

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Data pubblicazione: 

11/08/2004
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La rassegna «Andar per musica» ha ospitato gli scozzesi Harem Scarem per due esibizioni, domenica pomeriggio davanti al Casinò di San Pellegrino e lunedì sera nel cineteatro di Gandino.
Se a San Pellegrino l'incertezza delle condizioni atmosferiche ha un po' condizionato la resa del concerto, a Gandino la scelta di un posto alternativo al coperto (preferito alla prevista piazza Vittorio Veneto) ha consentito una giusta e rilassata atmosfera e ha quindi permesso al gruppo di esprimere tutta la sua vitalità e la sua genialità. Il chitarrista Ross Martin è un uomo molto invidiato quando sta sul palco: siede infatti al centro della scena circondato da quattro ragazze. È lui a sostenere la ritmica dello show e le colleghe costruiscono su di essa i brani lasciando ruotare la musica intorno a lui come i pianeti intorno al sole.
Nuala Kennedy (flauto), Inge Thomson (fisarmonica), Eilidh Shaw e Sarah McFadden (violini) trovano soluzioni armoniche innovative sfoggiando estro e fantasia e dando una veste progressiva a un repertorio che nell'assoluto rispetto per la tradizione risulta fresco e vario. La ricchezza compositiva espressa dal gruppo (e testimoniata da un cd intitolato Let them eat fishcake ) trova piena espressione in una serie di brani che, mantenendo il folk scozzese come punto di partenza, abbracciano in alcuni casi influenze francesi (Frenchie ) e spagnole, con testi in inglese e in gaelico.
La band è giovane e i suoi componenti suonano con altre formazioni come Drop The Box, Tabache, Fred Morrison, Poozies, Liz Doherty o John Raès Celtic Feet. Nel quintetto convergono dunque stili e influenze differenti che si dimostrano fondamentali nel rendere la proposta abbastanza originale. Navigando fra materiale tradizionale rivitalizzato (Finish , Wrigley hereed , Scary neeps ) e dolci melodie popolari (Predrag the macedonian , Mál bhán ní chuillean náin ) si scorgono velleità cantautorali (Me me me , Pray ), folk-rock ballad acustiche (Never , Human metrognome ) e brani riflessivi e dilatati che lasciano respirare l'aria tersa delle Highland.
Gli Harem Scarem sono uno dei migliori gruppi ospitati dalla rassegna provinciale; giovani e bravi, concretizzano con successo gli sforzi profusi in direzione di quel non facile processo di attualizzazione delle tradizioni popolari britanniche che proprio attraverso realtà come queste raggiunge i suoi risultati più interessanti.

Autore: 

Diego Ancordi

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