Lo diceva Jean de Santeul, poeta francese del ‘600, e lo ripetono i cartigli affrescati sui palchi di molti teatri: «Castigat ridendo mores», ovvero: «La commedia e la satira ridicolizzando vizi e difetti cambiano i costumi».
Un'analisi che è all'origine di un'accurata ricerca pubblicata a Gandino dallo studioso locale Mario Carrara. Il dilettevole intrattenimento, questo il titolo, è una minuziosa raccolta di dati, documenti e immagini relativi a teatri e cinematografi attivi a Gandino dal 1736 al 1961, con relativo fiorire di compagnie filodrammatiche, visto che in paese si arrivò nel secolo scorso a contarne anche otto. «In molti centri di provincia – spiega l'autore – le rappresentazioni teatrali avevano assunto un ruolo di centralità, anzi di unicità, per lo svago e il divertimento popolari. Non c'erano altre occasioni per emergere dal grigiore di una quotidianità intessuta di impegni di lavoro e familiari». A Gandino il teatro arrivò già nel ‘700, con le sue molteplici suggestioni: recite, concerti, balli, esibizioni di illusionisti e burattinai con attori, musici e cantanti non solo locali.
Il libro di Carrara ricorda anche le vicende del Teatro Sociale, fondato nel 1806, che ebbe una prima sede presso Palazzo Giovanelli, andata distrutta per un incendio nel 1813. «Nella memoria dei gandinesi – sottolinea Carrara – c'è soprattutto il secondo Teatro Sociale, la cui costruzione fu avviata già nel 1813 presso l'antico monastero benedettino, da poco soppresso da Napoleone. Una struttura prestigiosa, una sorta di Donizetti in miniatura, con palchi decorati e pregevoli decorazioni. Un gioiello andato disperso a metà degli anni '50, con la ristrutturazione che ha creato l'odierno Auditorium delle Suore Orsoline di Gandino. Non ci sono testimonianze fotografiche, solo un disegno di Bepi Rottigni e un paio di cariatidi lignee ora esposta sullo scalone principale del municipio». Nel corso della storia ci furono momenti di crisi per l'avvento del cinema, ma mai venne meno in paese una vena artistica molto radicata. È per questo ricchissima la galleria di personaggi che Carrara ricorda nel volume, con foto e documenti inediti.
«Impossibile non ricordare Antonio Rottigni – aggiunge Carrara – morto nel 1972. Spese una vita per il teatro e l'oratorio, istruendo e motivando almeno tre generazioni di attori». Una figura carismatica, un attore poliedrico, che ebbe la soddisfazione anche del grande schermo. Era il 1965 ed Ermanno Olmi, per tramite dell'allora curato don Emilio Majer, scelse un gruppo di attori gandinesi per il film E venne un uomo, che raccontava la storia di Papa Giovanni XXIII. Protagonista era Rod Steiger e Antonio Rottigni impersonava il ruolo di don Pietro, parroco di Carvico, che dava lezioni di latino al piccolo Roncalli. Il volume Il dilettevole intrattenimento di Mario Carrara è disponibile presso la biblioteca civica di Gandino (10 euro).
Teatro e cinema a Gandino: Dal '700 a Ermanno Olmi
23-10-2011