Studiose da Usa e Australia per i merletti

Pubblicato da: 

|

Data pubblicazione: 

28/10/2015
|

Letture: 

1886
Tappa gandinese per le esperte di ricamo in un viaggio di studio

Ennesimo riconoscimento per la collezione di merletti del Museo della Basilica di Gandino, meta di un’approfondita visita da parte di un gruppo di esperte internazionali.
«Le studiose – sottolinea Anna Gamba del gruppo Amici del Museo – hanno intrapreso un viaggio di studio dedicato al merletto italiano. Hanno programmato tappe a Milano, Rapallo, Genova, Firenze e Venezia, sostando a Burano, Pellestrina e Gandino ». Le undici visitatrici sono state ospitate nel Convento delle Suore Orsoline e sono poi ripartite per Varallo Sesia, dove hanno visitato il Sacro Monte e preso contatto con le ricamatrici famose per il «puncetto», con relativo corso pratico.
Il gruppo era composto dalle statunitensi Diane Z. ed Elizabeth Kurella, dall’inglese Bridget Cook e dalle australiane Angharad Rixon (capo delegazione), Annette Meldrum, Allison Hill, Beth Peisley, Gillian Wolff, Sharon Peoples, Sue Morgan ed Hattie Suna. La raccolta di merletti in oro, argento e filato del Museo di Gandino (in particolare per paramenti sacri) è fra le maggiori al mondo per qualità e quantità. «Le studiose - aggiunge Gamba - si sono soffermate in particolare sui molti manufatti conservati senza rimaneggiamenti e restauri. In essi la disposizione dei bordi e del disegno, così come i punti di cucitura per l’unione, sono indicativi delle diverse modalità di lavorazione».
La collezione gandinese racconta tecniche e tradizioni di diverse aree europee dal XVI al XIX secolo. Nel 2012, grazie all’appassionato lavoro della studiosa svizzera Thessy Schoenholzer Nicols e di altri collaboratori, è stato realizzato un volume che cataloga centinaia di tipologie di merletto. In questi giorni è giunto a Gandino anche il tornitore artistico iraniano Amir Bakhtiar, originario di Teheran e oggi attivo a Torino. Ha studiato in particolare le particolari colonne rivestite di guscio di tartaruga del tabernacolo utilizzato in Basilica per il Venerdì Santo. «È un manufatto settecentesco di cui abbiamo poche notizie - spiega Gamba - con particolari in ebano e palissandro e una modalità costruttiva particolarmente originale».

Autore: 

Giambattista Gherardi

Autore: 

webmaster
|