Una tesi ne ricostruisce la storia
Uno dei principali tesori che Gandino custodisce gelosa è senza dubbio l’arte secolare nella lavorazione della lana e delle fibre tessili.
Il riferimento non è soltanto all’abbondante produzione e confezione di numerose tipologie di prodotti tessili (purtroppo in crisi nei nostri tempi) ma anche al merito e alla fortuna di conservare una grande collezione di tessuti di ben altra tipologia: quelli impiegati per i paramenti sacri.
Gandino, infatti, essendo terra di tessitori e mercanti aveva nel passato numerosi dei suoi figli sparsi per l’Europa impiegati in fiere e commerci di tessuti.
Queste persone, che ben conoscevano il valore di determinate fibre e manufatti acquistarono o commissionarono nei secoli moltissimi tessuti che, donati alla loro chiesa, divennero splendidi paramenti utilizzati nelle varie funzioni.
In molti casi furono direttamente le chiese o le nobili famiglie o i sacerdoti stessi ad acquistare o donare abiti liturgici arricchendo ulteriormente la "collezione".
Questo valeva per la Basilica di S.Maria Assunta, ma si ripeteva proporzionalmente in misura altrettanto cospicua nelle varie chiese sussidiarie.
Tutto ciò ha contribuito a formare una "collezione parrocchiale" in cui compaiono oggi alcune centinaia di pezzi tra paramenti, paliotti, conopei, camici e cotte.
Esiste un valore aggiunto alla presenza dei singoli oggetti che è costituito dal fatto che la maggior parte di essi si conserva ancora nelle chiese per le quali furono commissionati creando così piccole raccolte di grande interesse, complete nella loro utilità liturgica secondo le esigenze di ciascuna sussidiaria.
Proprio i tessuti dei paramenti sacri gandinesi sono in questi mesi al centro di una serie di iniziative particolarmente importanti.
Innanzitutto va rilevato il grande lavoro di confronto e di ricerca documentaria operato dalla neo dott.ssa Manuela Parati, laureatasi recentemente in "Conservazione dei Beni Culturali" presso l’università degli studi di Parma. La studiosa (nativa di Treviglio) ha dedicato a Gandino parecchi mesi analizzando tessuti, ricercando documentazione in archivio e soprattutto confrontando i pezzi gandinesi con quelli di moltissime altre collezioni italiane ed estere per ricostruirne la storia e l’origine.
Il risultato è costituito da una tesi intitolata "Paramenti sacri in Lombardia dopo la controriforma – la dotazione della Basilica di Gandino" che si articola come un catalogo di circa 80 paramenti gandinesi dal sec. XV al sec. XVII. Numerose le novità emerse soprattutto per quanto riguarda la provenienza di molti tessuti; tali novità saranno illustrate in una serata organizzata dal Gruppo Amici del Museo nei prossimi mesi.
Va ricordato che i paramenti liturgici oggetto della ricerca vengono ancor oggi utilizzati nelle solenni celebrazioni (per esempio la solenne processione del Corpus Domini) e questo contribuisce non poco a mantenere "vivi" i tessuti più antichi.
La Parrocchia di S. Maria Assunta (prevosto don Emilio Zanoli) ha anche avviato un rapporto di collaborazione con il corso di formazione per restauratori di tessuti tenuto dalla Regione Lombardia in collaborazione con l’istituto ENAIP di Botticino (iniziativa promossa visto che vengono meno le numerose monache cui un tempo era affidato il restauro e la conservazione di molti paramenti sacri). Tutti gli iscritti al corso hanno visitato Gandino per ben tre volte con i propri insegnanti, analizzando i paramenti.
Un’apposita convenzione ha poi consentito che un nucleo di tre aspiranti restauratrici con l’aiuto di insegnanti qualificati svolgesse uno stage estivo destinato alla conservazione di alcuni paramenti.
Si è cosi individuata nella sacrestia della Chiesa del Suffragio una serie di paramenti che durante lo stage saranno sottoposti a pulizia rammendo e riordino secondo le più recenti innovazioni nel campo della conservazione dei tessuti.
Oltre alle attività di ricerca e conservazione molti paramenti e tessili gandinesi sono oggetto in questi giorni dell’analisi del comitato scientifico di una importante mostra intitolata "L’INCANTO DEI TESSUTI – Trame di vita a Bergamo tra Sette e Ottocento" che aprirà i battenti durante il prossimo autunno presso il Museo Storico di Bergamo. Numerose opere gandinesi saranno così esposte in mostra divenendo una sorta di "biglietto da visita" per il Museo della Basilica.