Monsignor Bertocchi, originario di Gandino, è morto a 77 anni, per 27 guidò la comunità del paese di Papa GiovanniIl successore: «Uomo e prete di grande cultura, nella sua missione non si è mai risparmiato»
Per ventisette anni è stato parroco del paese del Beato Papa Giovanni.
È morto ieri pomeriggio, nella Fondazione Piccinelli a Scanzo, monsignor Marino Bertocchi, parroco emerito di Sotto il Monte e canonico onorario del Capitolo Cattedrale. Aveva 77 anni e da tempo era malato. «È stato un uomo e un prete di grande cultura, appassionato alla parrocchia e alla sua missione sacerdotale senza risparmiarsi», ricorda il successore monsignor Claudio Dolcini.
Monsignor Bertocchi nasce il 24 marzo 1936 a Gandino. Dopo l’ordinazione sacerdotale (14 marzo 1959) è studente a Roma, dove ottiene la licenza in Teologia e in Diritto canonico. Il 28 ottobre 1958 assiste alla fumata bianca che annuncia l’elezione di Papa Giovanni. «Ero in piazza San Pietro quella sera — ricordava in una intervista al nostro giornale — con gli altri preti della “tribù bergamasca”, come ci chiamavano al Seminario Romano, fra cui il futuro vescovo don Roberto Amadei. Ricordo l’applauso della folla e poi il silenzio in attesa del nome. Quando venne annunciato, la nostra gioia fu grande».
Nel 1963 torna a Bergamo con incarichi a livello diocesano e regionale: coadiutore parrocchiale di Dalmine (1963-’79), membro del Consiglio Presbiterale diocesano (1966-’72, 1978-’81), vicario episcopale per gli organismi consultivi (1973-’78), parroco di Desenzano (1979-’84), difensore aggiunto del vincolo e promotore di giustizia del Tribunale regionale di Milano (1966-’79), membro della Commissione regionale del clero (1980-’88) e dal 1980 giudice del Tribunale ecclesiastico diocesano e giudice regionale, incarichi che ha svolto fino a quando la salute glielo ha consentito.
Nel 1984 giunge a Sotto il Monte come parroco. «È una parrocchia “sui generis” rispetto alle altre — ricordava monsignor Bertocchi —, perché è quella del Beato Papa Giovanni. È quindi difficile impostare una pastorale ordinaria, dovendo tener conto della folta presenza di pellegrini durante tutto l’anno. In Lombardia, come numeri Sotto il Monte viene dopo il santuario di Caravaggio». Raccontava anche i mutamenti avvenuti nei suoi anni di permanenza. «Al mio arrivo c’erano 2.500 abitanti, mentre oggi si aggirano sui 3.500. La fisionomia del paese è rimasta sostanzialmente immutata, tranne lo sviluppo edilizio. Sono scomparsi contadini e aziende agricole, tranne quella dei Roncalli, pronipoti del Pontefice.Sta purtroppo scomparendo anche la coltura dei vigneti, che conferiva una bellezza unica al paese».
Ricordava anche gli incontri con i cardinali giunti a Sotto il Monte, fra cui Joseph Ratzinger, nell’ottobre del 1986. «Fui subito colpito dalla sua semplicità, cordialità e modestia. Poi lo incontrai nuovamente nel settembre 2000 a Roma per la beatificazione di Papa Giovanni e mi riconobbe». Nel 2010 pubblica il volumetto «65 anni di devozione mariana. Ghiaie 1944-2009», accolto sia con favore, sia dalle critiche degli assertori della veridicità delle Apparizioni. «In paese — ricordava — sono stati affissi volantini che davano per certo un posto all’inferno per me. Questo libro, invece, frutto di anni di ricerche, vuole essere sia un grazie alla Madonna per il mio 50° di ordinazione, sia un contributo onesto per far luce sugli eventi anche con testimonianze e documenti editi e inediti ». Già da tempo acciaccato, nel 2011 si era ritirato per raggiunti limiti di età, andando a risiedere con incarichi pastorali a Brembilla.
Era contento, perché aiutava il parroco don Cesare Micheletti, suo ex curato. Purtroppo ben presto i disturbi di salute si erano riacutizzati, costringendolo a ritirarsi nella casa di riposo di Laxolo e infine, da un anno, a Scanzo. La salma è nella chiesa di Brusicco a Sotto il Monte, dove resterà fino a sabato, quando alle 9,45 sarà portata nella parrocchiale per i funerali, presieduti dal vescovo Francesco Beschi.