Sgarbi alla scoperta dei tesori di Gandino e Val Cavallina

Sabato tappa a Luzzana, Trescore e San Paolo d’Argon.
Poi in Val Seriana: «Chi non viene qui è un cretino»

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05/04/2016
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Sgarbi al museo di Gandino
e a Luzzana

Una «caccia al tesoro» fra Val Seriana, Val Cavallina e pianura che accende i riflettori sulle bellezze della Bergamasca. Il critico d’arte Vittorio Sgarbi, cui l’innegabile competenza concede qualche eccesso da showman, ha visitato nel fine settimana diverse località, evidenziando i suggestivi itinerari oltre le mura di Città Alta. Sabato la giornata di Sgarbi è stata dedicata all’area dominata a Luzzana dalla scultura rupestre del Gigante, opera di Giosuè Meli del 1840. Nel borgo della Val Cavallina ha visitato anche il Museo d’arte contemporanea Donazione Meli e la ex parrocchiale di San Bernardino.
In Val Cavallina l’occhio del critico, 63 anni di origini ferraresi, è caduto anche sull’Oratorio Suardi di Trescore, affrescato da Lorenzo Lotto nel 1524, e sul centro di San Paolo d’Argon. Qui ha visitato il monastero benedettino e la parrocchiale di San Paolo, riservando  particolare interesse ai quattro dipinti barocchi di Giuseppe Maria Crespi, e all’inusuale presenza di tele del napoletano Paolo de’ Matteis.

Domenica sera a Gandino è toccato a Basilica di Santa Maria Assunta, Museo di arte sacra e del presepe, Centro pastorale e chiesa di Santa Croce. Accolto dal parroco don Innocente Chiodi e dai rappresentanti di Amici del Museo, Comune, Pro loco e Comunità del Mais Spinato, si è soffermato in particolare sulleopere di Giacomo Ceruti detto «il Pitochetto», rinomato artista bresciano del ‘700, di cui Gandino conserva un prezioso ciclo di tele. In Museo ha suggerito un approfondimento sulla tela raffigurante il prevosto Marinelli, che a detta di Sgarbi potrebbe rivelarsi un inedito proprio del Ceruti.
Prodigo di complimenti per varietà, quantità e qualità dei tesori gandinesi, Sgarbi ha ammirato stupito le tele di Simone Cantarini e Vincenzo Dandini, il paliotto d’oro dell’altare (già fodera della carrozza imperiale degli Asburgo), la croce dipinta della Sala degli Arazzi, le Ante lignee quattrocentesche, merletti e antichi paramenti. «Chi non viene a Gandino è un cretino - ha sottolineato Sgarbi, coniando uno slogan divenuto virale in rete - perché qui come altrove si conferma la ricchezza artistica del Nord Italia. In cotanto contesto il Ceruti passa quasi per un decoratore».
Il tour si è concluso a Bariano, nel recuperato complesso dell’ex convento dei Neveri, risalente al 1480. Un altro tesoro, perché Sgarbi non è un cretino.

Autore: 

Giambattista Gherardi

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