In mostra i ricordi gandinesi del periodo bellico: messaggi, ritratti e disegni
«Siate orgogliosi di si nobile contributo per la Patria in armi». Non è la frase di un discorso celebrativo, ma il finale della dicitura stampigliata con un timbro su una cartolina militare, con la quale si informavano i familiari del ricovero in ospedale di un soldato ferito al fronte. C'è questo e molto altro fra i ricordi che a Gandino domineranno la scena nei prossimi giorni, in occasione delle celebrazioni per la festa della Liberazione, coordinate dal Comune attraverso la commissione Cultura.
«Da alcuni anni – conferma l'assessore Filippo Servalli – abbiamo abbinato alle ricorrenze civili approfondimenti di carattere storico e culturale, tesi a valorizzare il vissuto dei gandinesi in periodi difficili come quello della guerra. Abbiamo raccolto testimonianze dirette, fotografie, cartoline e francobolli creando uno sforzo sinergico che ci consente di proporre un calendario molto corposo».
Le celebrazioni hanno preso il via mercoledì al cinema Loverini, con il film «L'Uomo che verrà» sulla strage di Marzabotto, presentato dall'Anpi. Questa sera alle 20,30 alla biblioteca civica verrà presentato il libro di Antonia Bertoni «L'ultima guerra: i ricordi», una raccolta di interviste a gandinesi che vissero in prima persona, non necessariamente al fronte, il periodo 1940-1945.
Sempre questa sera, alle 21,30 nel salone della valle, verrà inaugurata un'esposizione del Centro filatelico della Resistenza di Milano, con collezioni tematiche legate alla storia del conflitto, alla prima Costituente, ai Martiri di Cefalonia e alla Brigata Maiella.
«Una chicca molto particolare – sottolinea Servalli – è l'esposizione delle cartoline che i soldati gandinesi inviavano dal fronte ai familiari e non solo».
La raccolta, realizzata dal gandinese Pino Cazzaro, offre uno spaccato di umanità semplice e per questo efficace. I messaggi sono stringati, timorosi della censura e collocati alla meglio negli spazi angusti disponibili vicino alla propaganda di regime. Molti scrivono al dottor Raimondo Zilioli, il medico condotto, altri alla signora Gasparini titolare del Caffè centrale sulla piazza del municipio, altri ancora alla maestra o ai cugini. Messaggi semplicissimi, per certi versi vicini agli sms di oggi, ma permeati da una nostalgia palpabile, da una serena voglia di pace.
Ci sono i paesaggi della Grecia, le cartoline con il ritratto del Duce, ma anche quelle con disegni autografi, come il «buon Natale» di Domenico Castelli, che nel '42 abbozza una chiesetta e un albero di Natale. C'è un padre che da Gandino scrive al figlio al fronte «alle 6 del mattino, prima di andare al lavoro». In questa micro-storia c'è tutto e c'è di più, la semplicità della speranza delinea ancor più le brutture della guerra.
«L'esposizione filatelica – conclude l'assessore – prevede per domani, dalle 10 alle 17 nel salone della valle, anche l'apposizione di uno speciale annullo filatelico di Poste Italiane per il 65° anniversario della Liberazione. Gandino festeggia quest'anno il bicentenario del primo ufficio postale in paese».
Domenica si terranno le celebrazioni ufficiali. A partire dalle 9,30 la deposizione di corone d'alloro ai monumenti delle frazioni di Cirano e Barzizza, il corteo presso la Cappella dei caduti al Cimitero di Gandino e la Messa in Basilica alle 10,30. Alle 11,30 la deposizione di una corona d'alloro al Monumento di piazza Vittorio Veneto, la benedizione delle lapidi e il discorso del sindaco Gustavo Maccari. A seguire si terrà un rinfresco nel Salone della Valle.