Ritrovato il Gesù Bambino rubato dalla capanna di Barzizza

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10/01/2012
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L'Epifania tutte le feste si porta via. Un detto trito e ritrito, che non vale però nella parrocchia di Barzizza a Gandino, dove domenica, due giorni dopo la visita dei Re Magi, c'è stato un gioioso motivo per festeggiare la nascita, o forse è il caso di dire la rinascita, di Gesù Bambino.
È accaduto infatti che nei giorni scorsi qualcuno avesse avuto la brillante idea (ahimè non del tutto originale) di far sparire il piccolo Gesù Bambino di gesso dalla capanna creata dai volontari davanti alla chiesa di San Nicola. Stupore misto a incredula delusione per la gente e soprattutto per il parroco don Guido Sibella e il presidente della Consulta di frazione, Livio Marchi, cui dopo un infruttuoso giro di perlustrazione nelle vicinanze della chiesa non è rimasto altro che presentare opportuna denuncia ai carabinieri di Gandino.
Una prassi anche questa non del tutto inedita, visto che la scorsa primavera i soliti ignoti avevano pensato bene di far sparire la corona d'allora deposta davanti al monumento ai Caduti. In quel caso nessun colpevole e rabbia assortita, questa volta, per fortuna, un lieto fine.
Non è certo il caso di scomodare il Vangelo di Luca che narra di quando Maria e Giuseppe dopo affannose ricerche trovarono Gesù nel tempio, fatto sta che l'Emmanuele di Barzizza è ricomparso a Gandino in via Bettera, non lontano dalla basilica. A trovarlo Eugenio Zanotti, presidente della sezione Cai, che se lo è ritrovato adagiato sopra il citofono. Capito da subito che non c'erano di mezzo miracoli e doni e appresa la sera successiva la notizia della scomparsa da Barzizza, Zanotti ha informato subito don Guido e la veloce verifica ha portato al risultato sperato, sancito da un liberatorio sorriso: è Lui. Domenica in chiesa qualcuno si è commosso per quel pargol divino con le dita rovinate, cui è stata impartita una nuova benedizione. «Abbiamo ritrovato Gesù – ha detto don Guido – speriamo sia l'auspicio concreto del nuovo anno per tutta la nostra comunità, compresi coloro che hanno compiuto un gesto tanto odioso».

Autore: 

Giambattista Gherardi

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