Un incontro urgente con gli enti locali e una missione congiunta azienda-sindacato al ministero del Lavoro per verificare la possibilità di ricorrere alla cassa integrazione straordinaria per due anni.
Sono i punti emersi nell'ultimo confronto sul futuro della Radici Tessuti, l'unità operativa del Radici Group che ha annunciato un piano di riorganizzazione che prevede la chiusura dello stabilimento di Isola Dovarese (Cremona) e una concentrazione delle attività nelle sedi di Gandino e Lallio, che saranno riorganizzate, con trasferimenti in pianura dalla Valle Seriana, dove resteranno due attività produttive, la spalmatura e la tessitura navetta, mentre le altre funzioni saranno accentrate a Lallio. A livello occupazionale, l'impatto è rilevante. Lunedì è stata aperta la procedura di mobilità per 200 lavoratori su 360: un centinaio a Isola Dovarese, un'ottantina a Gandino, su un totale di 140, e una quindicina a Lallio, su 110. Per una ventina di addetti di Gandino ci sarà la possibilità di ricollocarsi a Lallio, per cui gli esuberi effettivi in Val Seriana dovrebbero essere una sessantina. A fronte della richiesta dei sindacati di ricorrere a strumenti alternativi alla mobilità e alla luce delle difficoltà occupazionali che già interessano i territori coinvolti, l'azienda si è già detta disponibile a valutare un'ipotesi di cassa integrazione straordinaria, che potrebbe cominciare a partire da agosto. Il 7 luglio società e sindacati andranno al ministero del Lavoro per verificare se ci sono le condizioni per ricorrere alla cassa per due anni.
Si terrà invece il 1° luglio l'incontro con la Provincia di Bergamo, i Comuni di Gandino e Lallio e la Comunità montana Valle Seriana, che sarà allargato anche ai parlamentari bergamaschi. Si discuterà dell'impatto sociale della riorganizzazione e, anche qui, della possibilità di trovare misure alternative alla messa in mobilità immediata dei 200 lavoratori. Un incontro analogo si terrà il 5 luglio con la Provincia di Cremona e il Comune di Isola Dovarese.