Radici Tessuti ferma 60 telai: scatta la mobilità

Procedura per 20 lavoratori, il sindacato chiede un incontro. Non si esclude la ricollocazione nel gruppo

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13/02/2004
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Lo stabilimento di Gandino, sede principale della Radici Tessuti (foto Fronzi)

Si contrae ancora l'attività di tessitura della Radici Tessuti di Gandino. Dopo la chiusura negli ultimi anni del reparto all'ex Sgat di Lallio e della Mtm di Rho, la società, che fa capo al Radici Group, ha deciso di fermare 60 dei 180 telai presenti nello stabilimento di Gandino e di chiedere quindi la mobilità per 20 lavoratori del reparto tessitura su un organico di 200 dipendenti. La procedura si è aperta formalmente con la richiesta avanzata dalla società all'inizio di questo mese. Il sindacato esprime preoccupazione e chiede di poter incontrare la dirigenza.
«Vogliamo chiedere all'azienda che si faccia carico del ricollocamento di questi lavoratori», dice Francesco Corna, responsabile per la Val Seriana della Femca-Cisl, che segue la vicenda insieme a Filtea-Cgil e Uilta. La Radici Tessuti non esclude questa possibilità. Negli ultimi anni operazioni di questo genere sono già state fatte e il recupero degli esuberi all'interno delle società del gruppo, spiegano dagli uffici di Gandino, è una strada che potrebbe essere percorsa anche in questa occasione. L'azienda conferma quindi che un incontro ci sarà.
A fronte dei timori dei sindacati che guardano con preoccupazione al progressivo contrarsi dell'attività di tessitura, la Radici Tessuti, che conta circa 460 dipendenti con gli stabilimenti di Lallio e Isola Dovarese (Cremona), ribadisce che la sede di Gandino resta il cuore delle attività che riguardano i tessuti. Il Radici Group ha messo a punto un piano industriale che punta a sviluppare l'impresa in un'ottica di filiera, articolata in quattro settori: chimica, fibre, plastica e tessuti, appunto. Gandino, centro direttivo di Radici Tessuti, si conferma quindi come centro di sviluppo per la ricerca sui nuovi prodotti tessili, strada scelta per fronteggiare la crisi strutturale del settore. Anche la chiusura delle tessiture di Lallio e Rho, spiega l'azienda, rientravano in una logica di progressiva specializzazione dell'attività, imposta da un quadro internazionale che vede crescere la concorrenza di realtà estere dove i costi di produzione vengono compressi e la produttività spinta al massimo. Da qui l'esigenza di ricalibrare l'organizzazione.

Autore: 

S. G.

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