Quella palestra fantasma

Progetti, appalti espropri e ricorsi

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Data pubblicazione: 

02/04/2004
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La guerra fra maggioranza e minoranza a Gandino continua, non solo Concossola, ma tutto ciò che è Lega da una parte e Maccari & c. dall’altra; su tutto e su tutti insomma. Adesso esplode la “grana” palestra. Già, i soldi nel bilancio non ci sono e l’amministrazione contro chi punta il dito? contro la Lega naturalmente: «Analizzando il bilancio comunale 2004, tra le voci di spesa relative ai ‘debiti imprevisti’, ossia che hanno tratto origine da sentenze o decreti ingiuntivi sfavorevoli al comune di Gandino, ereditate dalle precedenti amministrazioni, risalta in maniera marcata la somma che il comune dovrà pagare come risarcimento alla società SCHIAVI S.p.A. per il danno di fermo lavori e mancata realizzazione d’opera oltre che alle spese legali e arbitrali per un importo complessivo di 203.715 € (400 milioni di vecchie lire) – fanno sapere dall’amministrazione - Per far luce sulla vicenda in oggetto bisogna fare un salto indietro nel tempo fino al gennaio 1997 quando l’amministrazione Ongaro approvava e pubblicava il bando di gara e capitolo d’appalto lavori palestra del 1° e 2° lotto (delibera G.C. nr 20, 31 e 80 del 1997)». Vediamo di ricostruire la vicenda. «Nell’aprile ‘97 veniva pubblicata l’asta pubblica di costruzione della palestra 1° e 2° lotto per un importo di base d’asta pari a lire 989.591.000, aggiudicando il lavoro alla TECNOIMPIANTI s.n.c. di Ragusa e approvando il verbale di gara con delibera G.C. 165 del 24 aprile 97. Il 17 dicembre 1997 viene redatto il contratto di appalto lavori con la Tecnoimpianti e, nota bene, solo dopo il bando di gara si provvede ad avviare le pratiche di esproprio del terreno (il 19 dicembre 97) redigendo il documento di esproprio il 4 febbraio 98 (delibera G.C.7) e affidando al geom. A. Spampatti l’incarico di esecuzione del rilievo topografico delle aree, verifica e confini e posa picchetti. Nello stesso mese c’è il ricorso al T.A.R. dei proprietari del terreno contro il Comune di Gandino e il 25 marzo 98 (delibera G.C.26) viene approvato il progetto di occupazione d’urgenza delle aree interessate e nuovo avvio della procedura di esproprio. Nell’aprile 98 il comune entra d’autorità nel terreno, senza aspettare gli esiti del ricorso da parte del proprietario, che nel luglio 98 ne effettua un secondo contro il comune di Gandino. Nel frattempo si succedono alla stesura del progetto e delle attività ad esso collegate varie figure professionali. Addirittura nel febbraio 1999 il comune emette diffida (delibera G.C.12) nei confronti di Tecnoimpianti sollecitandole il completamento lavori (da notare che il comune non è ancora in possesso dell’area: è occupata ma non è ancora perfezionato l’esproprio). A fronte di ciò la Tecnoimpianti cita il comune al Tribunale Civile di Bergamo. Passati ormai due anni dalla gara d’appalto, il 9 dicembre 1999 (delibera G.C. 137) avviene la rescissione del contratto d’appalto con la società Tecnoimpianti s.n.c. e l’affidamento diretto dei lavori alla società Schiavi S.p.A. (seconda classificata alla gara del 1997) la quale s’impegna a mantenere lo stesso sconto e realizzare l’opera, redigendo il documento di consegna anticipata dei lavori il 13 dicembre 1999. Nel gennaio 2000, un mese dopo quindi, viene notificato dal Comune di Gandino alla società Schiavi SpA il fermo lavori “per avverse condizioni atmosferiche”, che come già citato si sono trasformate in una burrasca giudiziaria dall’entità di 203.715. Al progetto della palestra hanno lavorato negli anni progettisti e impiantisti a più riprese, con incarichi professionali per circa 200.000 euro, di cui 115.160 già liquidati. La palestra è stata progettata cinque volte (da tre architetti diversi), senza contare tutte le modifiche suppletive e le opere aggiuntive che sono state correlate ai vari progetti, sono stati nominati responsabili dei lavori e della sicurezza cantiere, progettati gli impianti tecnologici… con il risultato di un progetto, (forse definitivo), consegnato solo nel marzo 2002 dall’arch. Facchinetti (5 anni dopo la gara di appalto). Nessun mattone posato, nessun terreno acquistato ma solo ricorsi ai vari Tribunali da parte delle ditte incaricate alla realizzazione e dei proprietari del terreno occupato, senza dimenticare il mutuo acceso nel 1992 dall’amministrazione Pasini di Lire 511.830.000 e del mutuo acceso nel 1996 dall’amministrazione Ongaro di Lire 1.179.492.300. Per le carte dell’Amministrazione Ongaro tutto questo è semplicemente dovuto “ad avverse condizioni atmosferiche”. Ongaro ancora sulla graticola e maggioranza che aveva sbandierato per mesi l’intenzione di non fare polemiche con la Lega, tutti prima o poi cambiano idea...

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