Quella con i denti a sciabola viveva in Val Gandino

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Data pubblicazione: 

01/06/2004
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Anche Bergamo aveva la sua tigre. E che tigre! Già dal nome che le è stato assegnato se ne intuisce la ferocia: la tigre dai denti a sciabola o, se può incutere meno timore, dai denti a pugnale. Il tempo in cui abitava la media Valle Seriana, precisamente quella che era la zona lacustre di Leffe, è assai lontano. Si parla di un milione e mezzo di anni fa. Ma le abitudini di questo animale della specie dei megantereon si possono facilmente intuire dai resti che sono giunti fino a noi.
«Era sicuramente carnivora - dice il professor Cesare Ravazzi, che è ricercatore al Consiglio nazionale per le ricerche e insegna paleontologia vegetale al corso di laurea in Scienze naturali all'Università statale di Milano - e viveva in un ambiente forestale quale poteva essere la zona della Val Gandino a quel tempo, temperato caldo, non molto dissimile da quello attuale. I denti a sciabola, o a pugnale, che ne hanno determinato il nome, sono gli incisivi. Insieme alle tigri vivevano in quella zona altri mammiferi come elefanti, rinoceronti, ippopotami e cervidi. L'uomo non c'era ancora, ovviamente. Dobbiamo pensare che le tracce dei primi ominidi in Europa risalgono a circa 800 mila anni fa e i fossili lo collocano in Spagna. Ma se ci fosse stato credo che non avrebbe abitato volentieri a Leffe con una vicina come questa tigre».
La ricostruzione della storia della tigre dai denti a pugnale di Leffe ha diversi elementi interessanti. A differenza degli altri animali, i cui resti ritrovati nelle miniere di lignite sono stati studiati già nel secolo scorso, l'esistenza della tigre è rimasta nascosta fino al 2002. «I denti della tigre sono rimasti fino al 1943 nei laboratori del Museo di Scienze naturali di Milano in attesa di essere studiati e catalogati. Poi con i bombardamenti che hanno colpito l'istituto si è pensato che il materiale recuperato dal sito di Leffe fosse andato irrimediabilmente perduto. Fino a 15 anni fa, quando l'Istituto per la dinamica dei processi ambientali (che aveva sede in Città Alta di fronte al Museo di Scienze naturali) ha riaperto lo studio dei fossili della Val Gandino in collaborazione con i Musei di Scienze naturali di Bergamo e di Milano, e ha provato ad addentrarsi nei magazzini del museo del capoluogo per vedere se qualcosa si era miracolosamente salvato».
Ad occuparsi della sezione dei mammiferi è arrivata dall'università di Padova la ricercatrice Marzia Breda che, sotto il coordinamento del prof. Ravazzi, ha identificato gli strani denti di un mammifero e con pazienza e precisione è giunta a ricostruire la struttura della nostra tigre.
È stata una grande soddisfazione per l'equipe bergamasca, che ha riversato molta energia nella ricostruzione di tutto l'ambiente dove viveva questo splendido animale. Ma c'è di più: ha appena aperto i battenti, al municipio di Leffe, una mostra dal titolo «L'antico lago, le ligniti e i fossili di Leffe». «In questa mostra - racconta il professor Ravazzi - si illustrano gli antichi ambienti ricostruiti in base al polline fossile, ai resti di mammiferi e agli altri fossili. Spesso si pensa che gli animali come la tigre, i rinoceronti e gli elefanti potessero vivere solo in ambienti come la savana, ma questi studi dicono che non è così. Gli animali si adattano al clima e all'ambiente molto più di quello che pensiamo. Nell'ambito della mostra c'è proprio la ricostruzione della tigre dai denti a pugnale, opera di Ilaria Masoli dell'Università di Padova, già presentata nel volume "Gli antichi bacini lacustri e i fossili di Leffe, Ranica e Pianico-Sellere"».
La tigre non abitava solo la zona di Leffe. «La nostra fortuna - conclude Ravazzi - è stata quella di ritrovare proprio nella nostra terra la testimonianza fossile. È probabile però che in tutta la zona delle Prealpi, nei siti in cui c'erano situazioni climatiche simili a quelle della Val Gandino, vivessero altre tigri insieme a tutti gli animali che abbiamo citato». Anche nella nostra terra, insomma, è aperta la caccia alla tigre!

Autore: 

Dan. Tai.

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