Rarità all’esposizione filatelica nella Sala FerrariCi sono anche i «frazionati» degli anni della Repubblica sociale
Hanno ormai quasi settant’anni, ma mantengono inalterato un fascino particolare. Ci sono anche i «Frazionati», fra le rarità filateliche in mostra a Gandino da ieri nella Sala Ferrari di piazza Vittorio Veneto.
L’iniziativa, patrocinata da Comune e Pro loco, è del Gruppo filatelico Valgandino, nato in paese nel 1969. «L’intento – spiega Eugenio Mecca – è anzitutto quello di coinvolgere i ragazzi delle scuole, con i quali abbiamo avviato un percorso di avvicinamento alla filatelia». In esposizione ci saranno francobolli dedicati a musicisti, Natale, automobilismo e Ferrari, sport e calcio, proposti rispettivamente da Flavio Caccia, Pino Cazzaro, Valentino Genuizzi, Federico Ghilardi e Leonardo Spampatti.
Per gli esperti saranno presentate anche curiosità filateliche, fra cui i primi valori bollati del Regno d’Italia raccolti da Imerio Ongaro e i valori su lamina d’argento emessi per il 150° dell’Unità d’Italia, proposti da Giovanni Bosio. Molte rarità hanno un particolare legame con Gandino.
È il caso dei «Frazionati», affrancature relative alla Repubblica sociale italiana. Eugenio Mecca ne fu inconsapevole creatore, quando aiutava il padre, dipendente degli uffici pubblici. «Nel settembre 1944, a causa della penuria di valori bollati – racconta –, i francobolli furono tagliati a metà, per ottenere il giusto valore di affrancatura. Un metodo ingegnoso ma altrettanto unico, che ebbe in paese larga diffusione. Io, bambino, fui incaricato del taglio. Il rammarico, da collezionista, è non averne conservato neppure uno».
Le buste affrancate con questa modalità sono molto ricercate e hanno un valore di mercato che raggiunge in alcuni casi diverse centinaia di euro. «La storia recente – sottolinea Flavio Caccia – segnala anche il caso del 2 luglio 2000, quando le Poste utilizzarono a Gandino un timbro guller sbagliato». Si tratta dell’annullo ordinario (di forma circolare) che troviamo sulla corrispondenza, con indicazione di luogo e codice postale dell’ufficio di partenza. Il timbro utilizzato quel giorno recava il Cap 24042, invece di 24024. «Un errore veniale, che per i collezionisti diventa ipotesi intrigante di grande valore».
La mostra sarà aperta oggi dalle 10 alle 12 e dalle 17 alle 20, domani dalle 9 alle 12 e dalle 17 alle 20.