Val Gandino, pioggia di appelli alla sicurezza dell’ex 42Casnigo e Leffe: troveremo i fondi per i lampioni
«Ci vuole tanto a mettere quattro pali della luce in quel tratto di strada?».
I commenti all’ennesimo incidente sulla «strada maledetta » della Val Gandino si sprecano sui social network. Nel mirino di tanti giovani, evidentemente colpiti dal nuovo tragico evento, i ritardi delle istituzioni nella messa in sicurezza tanto invocata di quel tratto di provinciale, le promesse non mantenute, i progetti rimasti lettera morta per i tagli e la mancanza di fondi. Per comprendere come l’urgenza dei fatti supera le lentezze delle istituzioni, basta alzare lo sguardo non lontano dal luogo dell’incidente.
Qui all’altezza dello svincolo a tre corsie che porta al Centro sportivo consortile ci sono alcuni pali dell’illuminazione posati negli ultimi mesi nell’ambito delle opere per il nuovo tratto di ciclabile che scende a Fiorano. Alla sommità dei pali c’è solo qualche filo penzolante, che attende di essere collegato (soldi permettendo) a lampadine e plafoniere a oggi inesistenti.
Un esempio, solo un esempio, ma anche qui si contano vittime negli ultimi anni e si notano pedoni che scesi dai mezzi pubblici alla vicina fermata attraversano pericolosamente l’incrocio.
Gli amici delle vittime
Ora però c’è anche una presa di coscienza collettiva che guarda al di là, che vuole «adesso e subito » trovare un rimedio, un qualcosa che abbia almeno il senso della prevenzione. Nessuno nasconde che al primo posto vadano messe la prudenza e il rispetto del codice della strada, ma il ripetersi di tante disgrazie in poche centinaia di metri non può non avere come concausa anche la situazione della strada. È nato anche un comitato «Amici delle vittime della provinciale 42»: ha sede nel virtuale di Facebook, ma opera nel concreto per muovere le acque.
«Abbiamo pensato – spiega il fondatore Carlo Picinali di Gandino, che qui perse un fratello – di mantenere alta l’attenzione della gente e delle istituzioni. Ad ogni incidente c’è un coro di buone intenzioni che poi svanisce nel tempo, mentre gli incidenti si ripetono. Le risposte che abbiamo ottenuto in questi anni sono troppo tiepide. Niente polemiche sterili ma la mancanza di fondi non può essere un dato di fatto rispetto al quale adeguarsi». La necessità di una presa di coscienza collettiva, al di là di ruoli e competenze, è sottolineata anche in un post di Gianmario Zambaiti.
«Scrissi di questa strada qualche mese fa, quando L’Eco segnalò l’impegno della mamma di Marco Bonandrini. Il mio post non ottenne un gran successo, avrei collezionato molti più "mi piace" condividendo qualche foto di Belen. Dobbiamo tutti fare uno sforzo: qualche aforisma in meno e impegnarci invece affinché chi ne ha il dovere ponga fine a queste tragedie».
«Troveremo fondi: si deve agire»
Il Comune di Casnigo (sul cui territorio ricade la strada, di competenza della Provincia) parla per voce di Simona Imberti, giovane vice sindaco eletta da poco. «Il nuovo incidente mi ha notevolmente scosso – segnala – ragazzi che certamente avrò incrociato in occasione di feste e ritrovi. I sindaci della Val Gandino non sono mai stati indifferenti al problema, come dimostrano le tante segnalazioni fatte alla Provincia (non ultima una lettera della scorsa estate) e gli incontri. Da anni sono sul tavolo i progetti di allargamento e di illuminazione, ma mancano i soldi. L’ipotesi di un semaforo intelligente è stata scartata, perché non compatibile con il tipo di strada.
L’unico riscontro ottenuto è l’abbassamento del limite di velocità a 70 chilometri orari, ma nulla consente di verificarlo. La nostra amministrazione, a prescindere da fondi e risorse, si impone una volta di più di porre la messa in sicurezza della strada fra le proprie priorità». Sulla stessa lunghezza d’onda Giuseppe Carrara, sindaco di Leffe, nella cui comunità risiedono due dei ragazzi coinvolti nell’incidente dell’altra notte. «Noi ci siamo. Ci sono situazioni in cui è necessario agire, andando al di là delle competenze e della "caccia alle streghe". Ce lo chiede la gente, ce lo chiedono le famiglie, i nostri giovani, cui non finiremo di raccomandare prudenza, ma noi dobbiamo dare risposte. Troveremo i fondi, pagheremo un lampione per ciascun Comune o apriremo una sottoscrizione: dobbiamo agire».
Dal 1982 una scia di sangue e lutti
A 21 settembre 1982 Anna Maria Ferrari, 15 anni di Gandino, è in motorino quando si schianta contro un’auto.
7 gennaio 1997 Paolo Picinali, operaio di 20 anni di Gandino, muore dopo un volo di nove metri, sbalzato dal suo scooter finito contro un’auto.
13 ottobre 2007 Maurizio Cassera, 27 anni di Gandino, in sella alla sua motocicletta si scontra con un maxiscooter. Sottoposto a un delicato intervento chirurgico, muore in serata.
15 aprile 2010 Marco Bonandrini, 16 anni di Casnigo, è in sella al suo Phantom quando viene travolto da un’auto. Era appena uscito dalla stazione di servizio.