Porsche restaurate e rivendute all’estero Scoperta maxi evasione

Nei guai due imprenditori, uno denunciato dalla Gdf.
Nascondeva il «nero» con fatture false a clienti italiani ignari di tutto: 2 milioni in 5 anni

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29/04/2016
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Una Porsche 911 come quelle finite nel mirino della Guardia di finanza

Li vedevano sfrecciare in valle su Porsche d’epoca che cambiavano ogni due-tre mesi: è stato questo a insospettire i militari della Guardia di Finanza di Clusone che hanno cominciato a indagare su due imprenditori della zona. Il primo, C. B. di 43 anni di Gandino, gestisce un’attività di compravendita di auto d’epoca molto nota in paese: compra Porsche usate, le restaura e le rivende ad appassionati di auto storiche, in Italia e all’estero (ha comprato anche l’auto del fratello di Claudia Cardinale). Il secondo, M. B. di 47 anni di Parre, lavora nell’azienda del padre, un’officina meccanica di precisione, ma di fatto coadiuva C. B.. Entrambi sono incensurati.
I finanzieri della tenenza di Clusone come prima cosa hanno preso i numeri di targa delle Porsche che giravano in valle, scoprendo che un gran numero erano intestate ai due imprenditori. E hanno pure scoperto che molte auto erano state radiate dal Pra dopo essere state rivendute all’estero (Austria, Germania e Inghilterra), ma non hanno trovato scritture contabili nè ricevute di bonifici dall’estero. Hanno quindi scavato più a fondo: secondo le indagini, dal 2011 al 2015 avrebbero comprato e rivenduto circa 200 auto, tutte Porsche 911 di vari modelli (Carrera, Sport, Coupé, dai 30 a 70 mila euro di valore) sottraendo al fisco circa 2 milioni di ricavi e 165 mila euro di Iva (la cifra è così bassa perchè, per le auto d’epoca, si deva pagare solo sulla differenza di prezzo tra acquisto e vendita).
Qual era il meccanismo ideato per l’evasione? Vendevano all’estero in nero (impossibile sapere che fine abbiano fatto le auto dopo essere state radiate in Italia), poi per «regolarizzare » i ricavi ottenuti C. B. emetteva fatture false a vecchi clienti italiani che erano ignari di tutto. I finanzieri, attraverso le agenzie di pratiche automobilistiche che avevano trattato le pratiche per conto dei due imprenditori, sono riusciti a risalire a quasi 200 clienti, inviando loro dei questionari e chiedendo conto delle fatture relative alle auto. Molti hanno risposto sostenendo di non sapere nulla delle fatture e di non avere mai acquistato quelle Porsche. In altri casi, ha scoperto sempre la tenenza Gdf, le auto erano sono state intestate a persone compiacenti, che si sono prestate al meccanismo in cambio di due-trecento euro. A molti clienti bergamaschi e italiani invece emettevano fatture di importo molto minore (anche della metà) rispetto alla somma versata, evadendo il fisco anche in questo caso (nessuna sanzione per gli acquirenti). Per vendere e acquistare le auto si servivano del sito «AutoScout 24» e dell’appoggio di club di amici della Porsche. C. B. è stato denunciato per dichiarazione fraudolenta, in quanto ha annotato in contabilità fatture false. Per M. B. invece, che non ha superato la soglia dell’evasione per cui il reato diventa penale, sono scattate sanzioni. La Finanza richiederà per entrambi anche il sequestro dei beni per equivalente.

Autore: 

Katiuscia Manenti

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