Ponziano Loverini, quadri che illuminano un'epoca bergamasca

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05/02/2004
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Allegoria della musica drammatica, affresco, 1895 - Palazzo del Municipio di Breno (Bs), Sala consiliare
Fanciulla che gioca con farfalle, affresco, 1891 - Casa Caprotti, Bergamo

Sessantacinque opere inedite consentiranno di rileggere in modo nuovo il profilo artistico e culturale di Ponziano Loverini: tanti sono i dipinti mai visti che ad oggi sono stati rintracciati dal comitato scientifico del «Progetto Loverini», il programma di iniziative con cui il Comune di Gandino, in collaborazione con la Provincia, si propone di celebrare la figura del maestro in occasione del 75° anniversario della morte.
Come emerso dall'incontro dedicato ieri pomeriggio all'artista dall'Ateneo di Scienze, Lettere e Arti, quello che si va definendo non è solo il catalogo delle opere ma, dietro ad esso, tutta una rete di relazioni che restituiscono un vero e proprio spaccato della vivace vita culturale bergamasca nell'800. Non è un caso, per esempio, come sottolineato da Maria Mencaroni Zoppetti, che quando Loverini nel 1893 divenne socio dell'Ateneo, attorno all'istituzione gravitassero nomi destinati a segnare la storia cittadina, da Giovan Battista Camozzi Vertova a Ciro Caversazzi, da Elia Fornoni a Cesare Tallone, da Angelo Mazzi a Giuseppe Locatelli Milesi. Questo è l'ambiente culturale cittadino in cui Loverini era attivo e che spiega alcune commissioni, testimoniate da recenti ritrovamenti. «A partire dalla decorazione di alcuni soffitti - ha spiegato l'architetto Silvia Carminati, membro del comitato scientifico - che Carlo Caprotti, illuminato industriale tessile, repubblicano mazziniano convinto e affiliato alla Massoneria, affidò al Loverini nel 1891 per il proprio palazzo in via Tasso».
Finora sconosciuti al pubblico gli affreschi restituiscono il sapore delle vivaci conversazioni sulla politica ospitate dal salotto di Caprotti: ne «La Nuova Italia» o «La Pace armata» l'allegoria dell'Italia è accompagnata dagli ovali con le figure di Mazzini, Garibaldi, Foscolo e Cattaneo. Rappresentazione alla quale si aggiunge, in un'altra saletta, l'affresco «Fanciulla che gioca con farfalle».
Certo è che Loverini condivideva con Caprotti non solo le idee politiche ma anche la passione per la musica, come testimonia la tela «Gli ultimi giorni di Gaetano Donizetti», conservata al Teatro Donizetti. Percorsi che conducono anche ad altri affreschi loveriniani inediti, rintracciati sul soffitto del palazzo municipale di Breno (Bs) ed eseguiti, così come due tele ispirate a «La Favorita» e a «Il Rigoletto», per il bresciano ingegner Ronchi, anch'egli affiliato alla Massoneria. «Si tratta- come illustrato da Antonia Abbattista Finocchiaro, responsabile del Progetto Loverini - di una straordinaria "Allegoria della musica drammatica" che testimonia ancora una volta la comunanza e la ricchezza di interessi delle persone che gravitavano attorno a Loverini». Sembra invece riferirsi all'iconografia dell'Aurora l'immagine affrescata in Casa Ghislanzoni (piazza Pontida), individuata proprio in questi giorni e ancora tutta da approfondire.
Nell'ambito dell'incontro di ieri, cui sono intervenuti anche il presidente dell'Ateneo Lelio Pagani e il sindaco di Gandino Gustavo Maccari, la nipote di Ponziano Loverini Rita Rudelli ha premiato Ivan Perego, il giovane allievo dell'Accademia Carrara che ha vinto il concorso per la realizzazione del logo del Progetto Loverini.

Autore: 

Barbara Mazzoleni

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