Oggi si inaugura la «Caccia Del Negro» ristrutturata. Il presidente: presto la lungodegenzaI reparti e i servizi sono disposti su sei piani e accoglieranno 150 ospiti
Dopo una ristrutturazione durata oltre quattro anni, una sosta imprevista di 7 mesi e alcune traversie, un impegno finanziario di 7 milioni e mezzo di euro, finalmente la nuova casa di riposo di Gandino «Fondazione Cecilia Caccia Del Negro» aprirà le porte per la cerimonia inaugurale che avrà luogo oggi alle 16 alla presenza di autorità, ospiti e popolazione.
Lo storico ex «Ospedale civile» sorto nel XVII secolo sull'area e sui resti di un antico monastero francescano dei frati riformati, risalente al 1400, è stato oggetto di un intervento radicale che ne ha trasformato la fisionomia, modernizzandone le strutture e rendendo i servizi adeguati alle necessità e alle esigenze degli ospiti attuali.
L'opera di rinnovamento, il cui progetto porta la firma dell'architetto Massimo Facchinetti ed è stato realizzato dall'impresa Fabiani di Dalmine, è iniziata con la demolizione dell'«ala viola» nel 2001 sotto la precedente amministrazione (sindaco Marco Ongaro, Lega Nord) ed è stata portata a termine sotto quella attuale (sindaco Gustavo Maccari, lista civica) con la realizzazione di una nuova ala.
«Il nuovo complesso - spiega Giuseppe Mosconi, presidente del consiglio di amministrazione della fondazione dal 2002 - è disposto su quattro piani fuori terra e due interrati, per complessivi 6.500 metri quadrati. Ai quattro piani corrispondono altrettanti reparti, ciascuno formato da due nuclei autonomi, con servizi igienici e assistenza medica e paramedica indipendenti, idonei a ospitare complessivamente 150 anziani e ammalati (attualmente gli ospiti sono 133). Ogni reparto, inoltre, è dotato di un refettorio e di un ampio soggiorno. Negli interrati sono stati ricavati la palestra, la cucina, la lavanderia e la chiesa. L'edificio è circondato dalla suggestiva catena di montagne della Valgandino e in un prossimo futuro gli ospiti potranno accedere al parco circostante, una volta sistemato e attrezzato».
Della vecchia struttura esistente, il chiostro conventuale e la portineria, essendo vincolati, verranno utilizzati - queste almeno le previsioni - come struttura di assistenza domiciliare integrata, sull'esempio dei centri diurni, dove gli ospiti fruiranno del pasto e dell'assistenza sanitaria facendo ritorno a casa la sera. La vecchia chiesa verrà trasformata in auditorium. La parte vecchia che rimarrà vuota dopo il trasferimento in quella nuova degli ospiti (prevista tra luglio e agosto) potrà essere destinata a minialloggi o anche essere alienata.
«È stata un'impresa notevole per proporzioni e costi - prosegue il presidente Mosconi - della cui realizzazione, resa possibile grazie anche al superamento di ostacoli costituiti da intoppi e incomprensioni progettuali, va dato merito ai molti che vi hanno contribuito: dalla Regione Lombardia che ha approvato il progetto e concorso alla spesa in misura sensibile con un cospicuo contributo di 4.415.706 euro a fondo perduto, ai tecnici progettisti e a coloro che hanno eseguito indagini e studi sul terreno, fino all'impresa costruttrice e all'amministrazione comunale, in particolare al sindaco Gustavo Maccari, alla Giunta e al Consiglio. A loro il ringraziamento per avere dato impulso al compimento dell'opera perpetuando nel tempo la solidarietà umana verso i sofferenti, che ha caratterizzato sempre la comunità gandinese. Gli obiettivi del futuro per l'istituto sono l'assistenza per la lungodegenza, l'accreditamento da parte dell'Asl per i malati di Alzheimer, la riabilitazione motoria nell'apposita palestrina e la fruizione del centro diurno».
Lo storico ex «Ospedale civile» sorto nel XVII secolo sull'area e sui resti di un antico monastero francescano dei frati riformati, risalente al 1400, è stato oggetto di un intervento radicale che ne ha trasformato la fisionomia, modernizzandone le strutture e rendendo i servizi adeguati alle necessità e alle esigenze degli ospiti attuali.
L'opera di rinnovamento, il cui progetto porta la firma dell'architetto Massimo Facchinetti ed è stato realizzato dall'impresa Fabiani di Dalmine, è iniziata con la demolizione dell'«ala viola» nel 2001 sotto la precedente amministrazione (sindaco Marco Ongaro, Lega Nord) ed è stata portata a termine sotto quella attuale (sindaco Gustavo Maccari, lista civica) con la realizzazione di una nuova ala.
«Il nuovo complesso - spiega Giuseppe Mosconi, presidente del consiglio di amministrazione della fondazione dal 2002 - è disposto su quattro piani fuori terra e due interrati, per complessivi 6.500 metri quadrati. Ai quattro piani corrispondono altrettanti reparti, ciascuno formato da due nuclei autonomi, con servizi igienici e assistenza medica e paramedica indipendenti, idonei a ospitare complessivamente 150 anziani e ammalati (attualmente gli ospiti sono 133). Ogni reparto, inoltre, è dotato di un refettorio e di un ampio soggiorno. Negli interrati sono stati ricavati la palestra, la cucina, la lavanderia e la chiesa. L'edificio è circondato dalla suggestiva catena di montagne della Valgandino e in un prossimo futuro gli ospiti potranno accedere al parco circostante, una volta sistemato e attrezzato».
Della vecchia struttura esistente, il chiostro conventuale e la portineria, essendo vincolati, verranno utilizzati - queste almeno le previsioni - come struttura di assistenza domiciliare integrata, sull'esempio dei centri diurni, dove gli ospiti fruiranno del pasto e dell'assistenza sanitaria facendo ritorno a casa la sera. La vecchia chiesa verrà trasformata in auditorium. La parte vecchia che rimarrà vuota dopo il trasferimento in quella nuova degli ospiti (prevista tra luglio e agosto) potrà essere destinata a minialloggi o anche essere alienata.
«È stata un'impresa notevole per proporzioni e costi - prosegue il presidente Mosconi - della cui realizzazione, resa possibile grazie anche al superamento di ostacoli costituiti da intoppi e incomprensioni progettuali, va dato merito ai molti che vi hanno contribuito: dalla Regione Lombardia che ha approvato il progetto e concorso alla spesa in misura sensibile con un cospicuo contributo di 4.415.706 euro a fondo perduto, ai tecnici progettisti e a coloro che hanno eseguito indagini e studi sul terreno, fino all'impresa costruttrice e all'amministrazione comunale, in particolare al sindaco Gustavo Maccari, alla Giunta e al Consiglio. A loro il ringraziamento per avere dato impulso al compimento dell'opera perpetuando nel tempo la solidarietà umana verso i sofferenti, che ha caratterizzato sempre la comunità gandinese. Gli obiettivi del futuro per l'istituto sono l'assistenza per la lungodegenza, l'accreditamento da parte dell'Asl per i malati di Alzheimer, la riabilitazione motoria nell'apposita palestrina e la fruizione del centro diurno».
Data di inserimento:
04-07-2005