La storia La mamma si chiamava Paola Castelli Giovanellied era di Gandino, figlia di una potente famiglia della valle
Quando venne eletto Papa, Innocenzo XI volle che la cerimonia di incoronazione, il 4 ottobre 1676, fosse particolarmente semplice, addirittura modesta. Volle che i soldi risparmiati venissero distribuiti alle chiese più povere e alle persone indigenti di Roma. Insomma, Papa Innocenzo XI non perse tempo in chiacchiere e dimostrò subito con i fatti che tipo di persona fosse. Un comportamento che non può non ricordare quello di Papa Giovanni XXIII. Perché nelle vene di Innocenzo XI scorreva abbondante il sangue bergamasco. Sua madre era nata e cresciuta in Val Gandino, apparteneva a una delle famiglie più potenti della valle, i Castelli Giovanelli. Papa Innocenzo si chiamava Benedetto Odescalchi, era nato a Como il 16 maggio del 1611, morì a Roma il 12 agosto del 1689. Divenne Papa nel 1676. I nobili Castelli Giovanelli commerciavano panni di lana come gli Odescalchi di Como commerciavano seta. Un'origine decisamente tessile. Ma non solo. Gli Odescalchi avevano aperto a Genova un'attività finanziaria, una banca. Benedetto, nel 1626, era morto da poco il padre, si trasferì nella città ligure per fare pratica nella società della famiglia. La madre morì pochi anni dopo, nel 1630, vittima della peste. La vocazione religiosa di Benedetto non fu precoce. Il giovane Odescalchi lavorò nella banca della famiglia poi decise di spostarsi a Roma per frequentare corsi di diritto civile e canonico alla Sapienza. Completò gli studi a Napoli dove si laureò nel 1639, per la precisione il 21 novembre, all'età di ventotto anni. Fu in quel periodo che maturò la scelta religiosa. Conobbe personaggi influenti della curia romana, Giovanni Battista Pamphili, futuro papa Innocenzo X, e il potente cardinale Barberini.
Papa Innocenzo XI fu un pontefice di particolare importanza, promosse un cambiamento forte della Chiesa e al tempo stesso manifestò un comportamento umile, coerente con le riforme che proponeva. E anche in questo senso si nota il legame con Papa Giovanni XXIII. Anche Odescalchi fu impiegato in attività diplomatico-amministrative. Venne chiamato a fare il commissario straordinario delle tasse nella Marche. Un compito ingrato anche perché le casse dello Stato della Chiesa erano in quel periodo vuote. Benedetto Odescalchi non solo riuscì a colmare quel vuoto, ma addirittura ottenne il consenso della popolazione. Venne poi mandato a Ferrara con compiti analoghi. Combattè le frodi fiscali, mise a stecchetto curia e prelati ferraresi, risanò le casse, distribuì denaro ai poveri, riuscì a varare un calmiere dei prezzi e si arrivò al punto che sui muri della città apparvero le scritte «Viva il cardinale Odescalchi, padre dei poveri». Era stato nominato cardinale nel 1647 da Papa Innocenzo XI. Rischiò di venire eletto Papa già nel 1670 quando venne scelto Emilio Altieri, papa Clemente X. Nel 1676 dopo cinquanta giorni di acceso conclave la fumata bianca: era il cardinale Benedetto Odescalchi che scelse il nome di Innocenzo XI. E avviò subito la sua opera di moralizzatore, nei riguardi della curia romana e dei laici. Nello spirito della riforma del concilio di Trento lottò contro il nepotismo, contro lo strapotere delle grandi famiglie romane, condannò l'usura, lottò per giungere all'abolizione totale del commercio degli schiavi. Era molto informato in materia: riceveva personalmente i missionari perché si preoccupava della situazione dei Paesi dove era in corso l'evangelizzazione. Ma l'Odescalchi dal sangue bergamasco andò oltre e in un periodo in cui i rapporti con i «cristiani separati» erano molto difficili arrivò a condannare apertamente l'intervento armato di Luigi XIV contro gli ugonotti. Disse chiaramente che Cristo non si era servito della spada per convertire il mondo.
Con questo Papa, la chiesa romana fece un passo decisivo verso la sua dimensione e la sua organizzazione attuale, verso un'attenzione rinnovata verso i poveri, verso chi soffre. Venne proclamato beato il 7 ottobre 1956 da Pio XII. Due anni dopo saliva alla cattedra di San Pietro un altro bergamasco, Giovanni XXIII.
Le origini - Un casato conosciuto in tutta Europa
I Giovanelli furono il casato più importante nella storia dei mercanti di panni lana di Gandino. Divennero talmente ricchi che la leggenda in paese diceva che i Giovanelli anziché su sedie a tavola si sedevano su sacchi di oro. Leggende. Di fatto i nobili Giovanelli erano titolari di un patrimonio ingente, erano conosciuti in Europa al punto che prestarono notevoli somme all'imperatore d'Austria Ferdinando Massimiliano. Nella seconda metà del '500 la famiglia Giovanelli si unì all'altra grande famiglia che apparteneva alla valle, i Castelli (o Castello) attraverso il matrimonio fra Giulia Giovanelli e Nicola Castelli (negli archivi esiste la descrizione del matrimonio). Dall'unione nacque Paola Castelli che andò in moglie a un Odescalchi di Como: dal matrimonio nacque Benedetto, futuro Papa Innocenzo XI.