Omaggio di Gandino al mestiere del pittore

Da oggi la mostra di 46 artisti locali, tra cui i fratelli Servalli: ci sarà una loro nipote

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04/05/2010
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La tela dipinta da Pietro Servalli nel Salone della Valle
Il pittore Pietro Servalli egli anni ’60
Il ritratto della piccola Romana Castelli di Pietro Servalli

Con una targa ricordo, una conferenza e una mostra antologica, Gandino rende omaggio ai suoi artisti con l’iniziativa «Il mestiere del pittore », che stasera alle 20,30 vivrà il suo momento clou in piazza Vittorio Veneto.
«Nell’ambito delle attività promosse dalla commissione cultura del Comune – spiega l’assessore Filippo Servalli –, abbiamo articolato un percorso legato alla festa del lavoro del 1° maggio. Il progetto pone in evidenza attività e mestieri normalmente correlati a passione e tempo libero, ma che sono molto significativi per i concetti di intraprendenza e creatività che nell’attuale congiuntura economica è interessante evidenziare.
Nel 2009 siamo partiti con i cineoperatori e quest’anno è la volta dei pittori». Si è deciso di radunare in un’unica mostra antologica i pittori viventi e defunti del ‘900: ben 46 artisti, per ciascuno dei quali viene esposta un’opera significativa. La mostra è allestita nello storico Salone della Valle e sarà corredata dall’edizione di un volume edito da Radici Due di Gandino, che raccoglie le immagini a colori di tutte le opere e un breve curriculum di ciascun artista. «La mostra – aggiunge Servalli – dedicherà uno spazio particolare ai fratelli Pietro e Paolo Servalli, due maestri che sono l’espressione più alta del secolo scorso non soltanto a Gandino ».
Pietro studiò alla Carrara e a Brera, fu attivo a Monaco e in Francia, sue opere sono esposte al Prado di Madrid. Celeberrimi i suoi ritratti di nobili e cardinali e il convinto radicamento alla tradizione ottocentesca bergamasca. Paolo, di cui quest’anno ricorre il 40° anniversario della morte, era pure dotato di grande talento e ottenne numerosi riconoscimenti durante gli studi alla Carrara. Geniale e vivacissimo fu uomo d’avventura. Lavorò in Honduras e negli Stati Uniti, dove dipinse alcune copie di famose opere del Metropolitan di New York, poi acquistate dallo stesso Museo.
La serata di oggi si aprirà con un omaggio ai due grandi maestri: verrà scoperta una targa commemorativa sulla facciata della casa studio in cui vissero i pittori, tra vicolo Carceri e piazza Santa Croce. Insieme al sindaco Gustavo Maccari, saranno madrine dell’evento Maria Laura Carrara, pronipote dei Servalli, e Romana Castelli, che ancora bambina fu l’ultima gandinese ritratta da Pietro Servalli. Seguirà, nella sala conferenze della biblioteca, un incontro di approfondimento nel corso del quale lo studioso Iko Colombi presenterà alcuni aneddoti legati alla vita dei pittori Servalli, da lui conosciuti e frequentati personalmente.
Al termine, l’inaugurazione della mostra, allestita nel Salone della Valle, sulla cui volta è collocata la tela che Pietro Servalli dipinse venticinquenne nel 1908. Raffigura la firma dell’Atto di emancipazione del Comune di Gandino del 1233, ed è stata scelta come copertina del volume edito quest’anno.
La mostra è completata da alcuni francobolli a tema artistico, nell’ambito delle celebrazioni filateliche che quest’anno a Gandino ricordano il bicentenario dell’istituzione dell’Ufficio Postale.
Orari: fino al 16 maggio dalle 10 alle 12 e dalle 16 alle 19; sabato 8 e 15 maggio anche dalle 20,30 alle 23.

Autore: 

Giambattista Gherardi

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