Monsignor Antonietti, scritti e opere nella Casa dell’orfano

Clusone. L’edificio ospitò oltre 20 mila bambini, figli di soldati morti nella Grande guerra.
Sarà un luogo della memoria dedicato al sacerdote

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10/10/2016
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La commemorazione di monsignor Antonietti a Clusone

Per ricordare chi in passato aveva dato loro un rifugio sicuro, una casa, e la possibilità di studiare, l’Associazione ex Allievi ed Amici di monsignor Antonietti si è riunita nei giorni scorsi nella Casa dell’orfano di Clusone per celebrare il 40° anniversario della scomparsa di monsignor Giovanni Antonietti che dal 1925 aveva accolto nella «sua» Casa oltre ventimila bambini e ragazzi. Nato a Cirano di Gandino nel 1892, monsignor Antonietti morì nel 1976 a 84 anni; pluridecorato cappellano militare nella prima guerra mondiale, colpito dalla difficile situazione in cui si trovavano tanti bambini, decise di creare nella pineta dell’altopiano clusonese una struttura dove accogliere e aiutare bambini in difficoltà, tanti orfani di guerra, figli di «suoi» alpini caduti in guerra.
Grazie al sostegno di numerosi benefattori, alla prima casa acquistata nel 1924, si aggiunsero negli anni sette padiglioni, sparsi nell’ampio parco a formare un villaggio. Alla cerimonia erano presenti autorità militari, civili e religiose, molti ex allievi e loro familiari; ognuno ha voluto ricordare monsignor Antonietti e il suo impegno per i ragazzi. A celebrare la Messa è stato l’arcivescovo emerito Gaetano Bonicelli, presente in «triplice veste, come bergamasco, come cappellano militare e come ex allievo» e inoltre il vicario locale di Clusone-Ponte Nossa don Mauro Bassanelli.

Il sodalizio
«La nostra associazione conta circa 300 tesserati tra ex allievi, amici e familiari, il nostro obiettivo è proseguire il lavoro di monsignor Antonietti – ha raccontato il vice presidente dell’associazione Luigi Rozzoni, figlio di un’ex allieva – oltre al mantenimento della Casa dell’orfano, portiamo avanti iniziative legate ai minori e alle loro fragilità, finanziando diversi progetti, gli ultimi con il Cib Coordinamento per l’integrazione di Bergamo e l’Ats Bergamo. Sono tante le persone da ringraziare, in particolare padre Arturo Spelgatti che gestisce la casa e tutti i volontari».
In questi giorni si stanno ultimando i lavori all’ex portineria della Casa dell’orfano, un intervento reso possibile dalla collaborazione tra la Fondazione Casa dell’orfano e l’Associazione ex Allievi, e che si concluderà a breve con l’inaugurazione prevista a novembre. L’edificio diventerà un luogo della memoria, del periodo storico e della figura di monsignor Antonietti.

I documenti storici
«È in corso di riordino l’archivio della Casa dell’orfano, all’interno vi sono documenti prodotti dall’ente stesso e poi altri accumulati da monsignor Antonietti durante la sua esistenza e legati alle cariche che rivestiva a livello provinciale e nazionale - racconta l’archivista Sergio Del Bello –. Abbiamo fatto una separazione dei fondi presenti. Si tratta di documenti amministrativi, medici, legati a servizi educativi, scolastici, ricreativi e religiosi e infine documenti relativi a interventi di ristrutturazione dei vari edifici».
Nell’archivio personale di monsignor Antonietti anche numerose lettere: «Nell’archivio sarà consultabile anche la sua corrispondenza, che permetterà di ricostruire la sua fitta rete di relazioni. Ad esempio ci sono tracce di corrispondenza con Giacomo Suardo e potrebbero esserci lettere di monsignor Spada e Papa Giovanni XXIII. L’archivio sarà consultabile da fine ottobre».

Autore: 

Antonella Savoldelli

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