Mais, Gandino chiama Sud America

«Un’eccellenza, pure in chiave Expo»

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10/10/2013
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Alcune golosità a base di «spinato»

L’appeal per i buongustai di certo non manca: dalla polenta al gelato, dai deliziosi biscotti alle chiacchiere salate, il mais spinato di Gandino ha parecchi argomenti da offrire ai più golosi. Ma dietro questo prodotto, la cui riscoperta è cominciata nel 2007, c’è molto di più: storia, scienza, tradizione, e adesso anche uno sguardo internazionale che arriva ad abbracciare le Ande e il Messico.
Nell’ambito dei «Giorni del Melgotto», al via sabato, sarà infatti costituito il network internazionale dei mais antichi: accanto a Gandino ci saranno varie realtà del Nord Italia tra cui Belluno (dove lo spinato fu seminato per la prima volta nel 1617 dai gandinesi Giovanelli, per poi arrivare in Valle Seriana), ma anche Messico e Bolivia, terre d’antica origine di questo cereale. La manifestazione sarà anche l’occasione per conoscere lo spinato di Gandino: tra gli appuntamenti da segnalare, la «spannocchiatura », sabato alle 16,30 in piazza Vittorio Veneto a Gandino, e il corso sulla coltivazione biointensiva del mais (dal 16 al 18 ottobre), nella suggestiva antica Ciodera, con gli esperti Juan Martìnez Valdes, messicano, e Maurizio Bagatin, boliviano. Entrambi, insieme a Paolo Valoti in rappresentanza dell’Unità di ricerca per la maiscoltura di Stezzano, saranno anche protagonisti del convegno organizzato il 20 ottobre a Bergamo nell’ambito di BergamoScienza. «Sarà un momento importante, di incontro di culture», rileva Filippo Servalli, presidente dell’associazione «Comunità del mais spinato di Gandino».
Insomma, lo spinato gandinese è ormai una star, «una sfida vinta, che mostra come sia possibile promuovere un’eccellenza locale partendo dal basso», ha osservato ieri l’assessore provinciale all’Expo Silvia Lanzani. E l’auspicio dell’associazione gandinese, visto che il tema 2015 è proprio l’alimentazione, è che questo prodotto e la sua storia siano protagonisti anche dell’esposizione universale. Fabio Marazzi, del Cda di Expo, ha parlato di un «progetto particolarmente coerente con la filosofia della manifestazione: Bergamo si mostra ancora una volta campione nell’interpretare il messaggio di Expo».

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